Consiglio comunale straordinario giovedì mattina sull’emergenza cave: l’opposizione di Guidonia Montecelio ha ottenuto la convocazione occupando l’aula in una notte concitata di protesta. Appena il sindaco cinque stelle Michel Barbet, intorno alle 21 di ieri, si affaccia fuori dal palazzo, con la polizia che fa da scudo, gli operai ascoltano il primo cittadino escludere le tre possibilità di soluzione alla vertenza che ha già condotto al blocco della prima azienda e a cinquanta licenziamenti. Momenti di forte concitazione, ancora una febbre percorre la piazza, i consiglieri di opposizione si siedono intorno al tavolo. Decidono la strategia di protesta, immediata. Unanime, da destra a sinistra. Entrano nel Palazzo e occupano l’aula consigliare, in diretta spiegano le ragioni, c’è il Pd con Emanuele Di Silvio, Mario Lomuscio e Paola De Dominicis, impegnatissimi sul fronte con i civici Mauro De Santis e Mario Proietti, la leghista Giovanna Ammaturo, e Arianna Cacioni eletta con FdI. E’ una raffica di dichiarazioni contro una “amministrazione irresponsabile”, “non vogliamo più farci prendere in giro”, i consiglieri sono schierati “a difesa dei lavoratori” e così parte l’ultimatum. Lo scandiscono, se il presidente non convoca il consiglio tra 24 ore “non ci muoviamo”. E’ un braccio di ferro, pretendono di restare, mentre il vicesindaco Davide Russo invia disposizioni attraverso i vigili urbani per togliere di mezzo i giornalisti dall’aula, Paola De Dominicis telefona al presidente e inizia in vivavoce una trattativa serrata. Sono le undici passate quando arriva il presidente Angelo Mortellaro che insieme all’opposizione si chiude in una stanza, si vedono le sagome dalla finestra illuminata, è notte fonda e i consiglieri scendono. Mostrano il foglio, “abbiamo ottenuto il consiglio”, parlano nel capannello dei lavoratori, un traguardo raggiunto con una protesta mirata. “Il presidente ci ha dato la parola che permetterà agli imprenditori e ai sindacati di intervenire per spiegare la propria posizione”. Dopo i consiglieri prende la parola Filippo Lippiello, presidente del centro per la valorizzazione del travertino: “L’opposizione si è presa la briga di occupare irritualmente la sala consigliare per dare voce a tutti noi, perchè io penso che oggi siamo tutti noi, non ci sono né aziende differenti, né operai, né datori di lavori, siamo tutti noi, ci hanno dato la possibilità di perora la nostra dignità offesa, senza rispetto per il nostro lavoro. Ringraziamo l’opposizione e mi auguro ci sostenga fino alla fine perché ci crede”.
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