La scadenza è dietro l’angolo, il 26 dicembre termina formalmente la proroga alla Tre Esse Italia, ma non sarà l’ultima. “Se ci avessero ascoltato avremmo avuto 8 milioni di euro in più” dice la Cgil funzione pubblica che chiede al Comune di Guidonia Montecelio di portare in house il servizio di riscossione tributi. Un affaire che ormai va avanti dal 2010, quando l’amministrazione di centrodestra capitanata da Eligio Rubeis ampliò le competenze alla società di Frosinone: il risultato è che dalle casse pubbliche escono ogni anno per la Tre Esse un milione e 200mila euro, per il famoso aggio. Il sindacato torna a chiedere di riportare all’interno tutto il pacchetto dei tributi mentre il neo governo cinque stelle si è avviato verso una strada diversa, affidare ai dipendenti comunali solo la riscossione volontaria di Imu e Tasi, mentre il resto andrà sempre all’esterno attraverso un nuovo bando. Un risparmio annuo relativo, ma la gara è stata un pastrocchio e bloccata, così comunque sarà inevitabile firmare una proroga del contratto tale e quale.
Intanto il governo Barbet ha deciso con una delibera del 30 novembre di istituire l’ufficio Audit entrate con cui si potranno “individuare, rafforzare o proporre strumenti idonei all’identificazione dei comportamenti fiscali dei contribuenti e migliorarli nel tempo”. L’ufficio è in corso di organizzazione e ne fanno parte quattro dipendenti, tre messi sul controllo e uno che curerà gli aspetti tecnici. Campi di intervento? Normative, metodologie e tecniche di controllo dell’elusione, incrocio con le banche dati catastali, consultazioni anagrafiche erariali. A leggere le carte, una boccata d’ossigeno, ma con la gran parte delle competenze sempre nelle mani di una società esterna il reale potere di azione dell’ufficio Audit è molto ridotto. A quanto pare stanno poi venendo fuori problemi a go go: il più pesante, rientrare in possesso dei dati che sono finiti nei database della Tre Esse.
“E’ necessario che il Comune si riappropri quanto prima di tutte le competenze relative alla riscossione dei tributi – dice Eugenio Carloni della Cgil – solo così si può arrivare a una gestione efficiente. In poche parole? Meno spesa e più entrate. Noi lo proponevamo dall’inizio, e lo abbiamo detto poi ai commissari, negli incontri pubblici ai diversi candidati, e infine al sindaco Michel Barbet. E’ stata presa un’altra direzione, e secondo noi è un passo indietro rispetto a quanto hanno detto in campagna elettorale. Il bando di gara che poi è stato bloccato prevede comunque di lasciare all’esterno gran parte della riscossione tributi”. Una scelta che in base a quanto emerso anche dalle interlocuzioni con il sindacato, sarebbe legata alla mancanza di personale sufficientemente qualificato e in numero all’interno dell’ente. “L’amministrazione ha fatto una procedura di mobilità, chiamando personale da fuori per altri settori. Allora avrebbero dovuto pianificare invece di chiedere professionalità da altri Comuni o dalla Città Metropolitana e con il loro ausilio attivare interamente il servizio interno. Il Comune di Guidonia – conclude la Cgil – avrebbe risparmiato e offerto un servizio migliore”. Un numero? Quando era in piedi l’ufficio interno si riscuoteva il 30% in più.
Gea Petrini
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