Salta il voto sugli incarichi a pioggia (gratuiti) per creare i delegati del sindaco, in consiglio comunale mercoledì pomeriggio, Mauro Lombardo è costretto a ritirare la proposta, non c’erano i numeri per portare a casa il provvedimento. L’assise è convocata per una serie di punti, la modifica del regolamento per dare vita alla figura del delegato getta l’aula nella tensione. In maggioranza ci sono delle defezioni, e in opposizione è Alessandro Messa, capogruppo della Lega, il primo a sferrare l’attacco contro l’idea, seguito poi da Simone Guglielmo del Pd che dalla maggioranza dice “no” alla proposta. Al voto non si arriverà, è lo stesso Lombardo a tirare le somme, recependo “l’umore dell’aula”. Così il delegato del sindaco tornerà in commissione per eventuali e non precisate modifiche. La figura non è stata inventata da Lombardo che prende in prestito il modello Tivoli dove Giuseppe Proietti ha dato il via alla prassi tra molte polemiche. Il delegato è un ruolo affidato dal sindaco a un cittadino di sua scelta per affidare un progetto preciso, un’area di materia specifica, la realizzazione di un obiettivo.
“Non è la duplicazione degli assessori”, ha spiegato Lombardo in apertura del punto. “Sono personalità, figure, chiamate per un incarico specifico. Ci sono cittadini che vogliono partecipare alla buona amministrazione.”
L’introduzione non convince Messa che smonta pezzo dopo pezzo la proposta. “I cittadini che vogliono contribuire alla comunità possono farlo comunque, così si va solo a creare confusione, il sindaco potrebbe affidare queste deleghe specifiche ai suoi consiglieri di maggioranza, altrimenti mi chiedo quale sia la necessità che c’è dietro, per riconoscere quale potere?”. Il leghista sottolinea un aspetto al quale nessuno anche dopo replicherà, “i delegati lavorerebbero gratis ma non si specifica se avranno un budget da gestire”. Messa che sa parlare chiaro dà una versione precisa dello scopo dei delegati del sindaco: “Se si vuole avvicinare la gente alla politica cominciamo a dare decoro e migliorare la città, questi sono incarichi a pioggia all’amico dell’amico che ha portato 50 voti”.
In maggioranza parla Emanuele Di Silvio del Pd che appoggia la proposta di Lombardo, Augusto Cacciamani di FdI di fatto critica il provvedimento, fa notare le assenze dei civici e annuncia l’astensione, lo stesso fa Alfonso Masini di Forza Italia. Guglielmo del Pd si rivolge a Lombardo: “Non c’è alcuna esigenza di istituire il delegato, anzi può essere un boomerang. Qui non ci sono i 17 voti necessari, e questo sindaco è un errore politico, una sciatteria politica, come maggioranza stiamo prendendo una cantonata”. E propone di ritirare. Ma ci aveva già pensato Lombardo a trarre le conclusioni, come fa notare Michele Venturiello dai banchi di Città Nuova. “Il punto è stato voluto dal sindaco, lo avrei appoggiato, ma non lo ritengo essenziale e incidente. Apprezzo che il sindaco abbia aperto a un approfondimento”. Il modello Tivoli, superato il confine, non sembra funzionare.