La piazza, le proteste, le notti insonni, niente è servito nei rapporti tra l’amministrazione cinque stelle e il mondo estrattivo, visti gli atti prodotti di recente dal Comune in Regione. Proprio sulle osservazioni firmate e inviate alla Pisana sulle linee di rilancio del settore, in discussione, si è animato lo scontro in consiglio, nella seduta fiume di lunedì.
Il Comune e le cave: meglio i palazzi
In quelle pagine il Palazzo di Guidonia ha infatti ribadito una posizione emersa già nell’ultimo anno di presidi e manifestazioni. Le cave sono per il Comune cinque stelle un fronte critico per il territorio, questo – declinato di volta in volta in base agli atti, alle autorizzazioni, alle scartoffie varie – è il pensiero di fondo del governo pentastellato. Le prospettive quindi devono guardare in altre direzioni: chiusura delle cave e valorizzazione identificata con pallazi e alberghi. Al posto delle aziende che danno lavoro a duemila persone tra diretti e indotto, ci saranno varianti urbanistiche.
Lomuscio attacca Barbet
Nei preliminari del consiglio di lunedì, il primo del 2019, dopo più di due mesi di fermo, il consigliere piddì Mario Lomuscio ha sferrato un attacco al sindaco sulle osservazioni in Regione. “Le osservazioni non sono state elaborate alla luce delle commissioni congiunte svolte con il Comune di Tivoli, ma inspiegabilmente con Anguillara, e distanziandosi nei contenuti dalle intenzioni emerse in quelle riunioni. Quel documento è frutto di un indirizzo politico, sindaco, perché basi tecniche non ce ne sono: allora ci dica dove vuole andare a parare visto che duemila persone dipendono da noi”.
Cacioni chiede un consiglio straordinario
A pochi posti di distanza in opposizione è la leghista Arianna Cacioni a chiedere “un consiglio straordinario sulle cave perché siete arrivati a mettere nero su bianco che volete rendere edificabili le cave ritombate”. Sarà un’assise da non perdere. geape.
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