di Gea Petrini
Crolla il “sistema Rubeis” lasciando ferite profonde nella città. La fotografia è di Domenico De Vincenzi, ex candidato sindaco del centrosinistra che nel 2014 ha perso le elezioni per la forza di quel centro di potere tenuto saldamente nelle mani “da cinque uomini, caduti uno ad uno poi in questi due anni”. Nel giorno del consiglio comunale sul Bilancio che decreterà, se non ci saranno ulteriori colpi di scena, il sipario definitivo sull’amministrazione, De Vincenzi individua gli sconfitti, “quello vero è Di Palma”, e riconosce il ruolo ai quattro dissidenti che saranno determinanti con il loro voto. Ma non dimentica di tracciare la strada per il Pd, “costruire una nuova classe dirigente nell’unità”. E di dettare anche le condizioni: porte aperte solo ai reali oppositori del governo.
Sipario su un’epoca – “Stasera si chiude l’era Rubeis, sarà ricordato nella storia della nostra città. Una fase terribile della vita amministrativa contraddistinta da fatti eclatanti che sono una conseguenza anche della vittoria elettorale ottenuta con metodi clientelari che hanno coinvolto però settori della città. E su questo serve una riflessione seria. Un esempio? L’assunzione di 100 persone come assistenti al Rup che costano quasi 1 milione di euro, in termini elettorali equivalgono a 3000 o 4000 voti. Ricorderemo questa consiliatura per episodi unici e gravi: l’arresto, le bombe, le minacce e le percosse a consiglieri, la quotidiana presenza delle forze dell’ordine”.
I cinque e la caduta dell’impero – “E’ stato costruito un sistema di potere e gli uomini a cui era affidato sono caduti uno ad uno in questo anno e mezzo – dice il democrat – L’arresto di Rubeis, le dimissioni di Bertucci, le dimissioni forzate di Ferrucci, le dimissioni dell’assessore Mazza e poi quelle di Di Palma. Questi sono i cinque uomini che hanno costruito il sistema Rubeis che gli ha consentito di vincere le elezioni. Caduti loro, cade l’impero. Guidonia Montecelio viene liberata ma i danni sono seri”.
Eredità – Sette anni di governo, rotatorie, parchi e strade, in molti pensano che la città sia migliorata. Nebbia illusoria secondo De Vincenzi, lungo elenco le opere incompiute, “Guidonia con Rubeis è diventata la città dei rifiuti: ben tre impianti in due anni. Ecco la sua eredità”. Il Pd voterà contro il Bilancio per sciogliere il consiglio ma “non dimentichiamo che c’è un buco nei conti che porterà all’aumento delle tasse come è già avvenuto con la Tari”.
Dialogo e paletti – “L’amministrazione cade anche per merito del Pd e dei Cinque Stelle ma soprattutto dei quattro consiglieri di maggioranza che voteranno contro il Bilancio. Con gratitudine ne prenderemo atto anche se avremmo preferito avvenisse prima. Apriremo un dialogo con le forze sane e non escludo un dialogo con i quattro consiglieri. Io non sarò candidato a sindaco – scandisce De Vincenzi – però sia chiaro: le porte del Pd non saranno aperte a coloro che hanno dimostrato fedeltà a Rubeis. Noi distingueremo tra chi è stato protagonista di un’azione politica seria contro questo governo e chi invece ha perseguito altri progetti”.
Attacco a Di Palma – Sarà uno schiaffo per Di Palma la bocciatura in consiglio, ne è convinto il democratico: “Stasera si chiude anche il ruolo politico del vicesindaco, un personaggio che in modo spregiudicato è saltato da sinistra a destra per gestire una poltrona, il vero sconfitto è lui che ha provato nelle disgrazie degli altri a lanciare la propria candidatura a sindaco. Dovrà tornare a lavorare: Di Palma è un uomo dello Stato e non riesco a comprendere come possa aver accettato di svolgere il ruolo di facente funzioni di un sindaco gli arresti domiciliari tanto più dopo essere stato anche indagato insieme ad altri esponenti”.
La sfida del Pd – Una lettera conterrà le questioni scottanti sulle quali il partito democratico vuole chiarezza e andrà nelle mani del commissario, “un atto doveroso nei confronti della città” dice De Vincenzi consapevole che per i democratici si apre un anno cruciale. “Nel Pd ora l’obiettivo è trovare la vera unità, il rinnovamento da solo non basta, dobbiamo creare un nuovo contenitore che individui una candidatura sindaco dirompente, capace di trasmettere all’esterno l’idea che stiamo cambiando davvero”. Prioritario è “costruire una classe dirigente” e uno strumento saranno i congressi, “è stato sbagliato nell’ultimo non confrontarsi sulle idee” precisa il democrat che disegna il profilo del prossimo candidato sindaco. “Nuovo sì, ma anche capace di governare”. Se in vista c’è una lunga campagna elettorale, De Vincenzi che l’ultima l’ha guidata da leader, chiude così: “La mia sconfitta nel 2014 è servita anche ad aprire la strada al declino del centrodestra”.
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