di Gea Petrini
Domenico De Vincenzi, è in atto una valanga giudiziaria, sono stati arrestati politici di centrodestra, dirigenti, imprenditori, che idea si è fatto della situazione?
Io avevo già un’idea precisa, che ho vissuto in prima persona nella campagna elettorale del 2014, quando da candidato sindaco del centrosinistra, dai palchi, denunciavo la possibile esistenza di questo sistema. Il clima era pesante. Il mondo economico non si avvicinava perché gli era stato consigliato di non farlo, altrimenti non avrebbero più lavorato. Questioni sollevate più volte in consiglio comunale, senza mai essere querelato: gli appalti a Guidonia Montecelio avevano troppo spesso vizi, ho parlato di appalti pilotati. Certo non potevo supporre che dietro ci fosse un sistema di corruzione così forte. Le faccio un esempio per farle capire cosa intendo quando mi riferisco a procedimenti poco trasparenti dal punto di vista amministrativo. Per la scuola di Marco Simone fu fatto un bando in cui vennero messe clausole ben precise, tra cui una nello specifico, e il bando andò deserto. A quel punto l’amministrazione fece una procedura negoziata, con un numero limitato quindi di ditte. Quel requisito sparì e poi il lavoro fu assegnato.
Uno dei settori sui quali avevate acceso un riflettore era anche l’urbanistica e le varianti.
Su alcune producemmo denunce in procura come gruppo del Pd perché non erano stati seguiti i dettami di legge. Dobbiamo ringraziare la magistratura per quello che sta facendo.
Lei è stato chiamato come persona informata dei fatti, perché?
Perché più volte avevo parlato di appalti truccati, parlavo di violazioni di norme, non potevo certo immaginare che dietro ci fosse tutto questo.
Però poi non ha fornito elementi precisi, perché aveva paura del clima, della “rete”. E’ corretto?
Gli elementi li avevo già forniti in consiglio comunale, ne citai uno in particolare di appalto. Ed è vero che ero preoccupato per la mia persona, non avevo ricevuto minacce dirette ma segnali preoccupanti a Guidonia se ne sono visti diversi. Si diceva di dossier anonimi, di iniziative tese a non farmi dire in consiglio cose, diciamo, sgradevoli. Le elezioni nel 2014 sono state vinte con questo sistema.
Gli scandali che conseguenze stanno producendo sulla politica di Guidonia?
La politica è in grande difficoltà, mi dispiace non si sia ben compreso all’esterno il ruolo del Pd in opposizione, siamo stati seri e severi verso il governo Rubeis Di Palma, e ci è stato riconosciuto nell’ultimo consiglio anche dai Cinque Stelle. Il problema vero è che non siamo riusciti a farlo capire alla gente, è il limite del Pd. I cittadini sono nauseati ma noi rispetto alla nostra azione non abbiamo nulla da rimproverarci.
Anche voi non vi aiutate. Mentre si scatenava il terremoto degli arresti intanto si è infiammato nel Pd uno scontro senza precedenti sulle primarie che ieri hanno fatto di Di Silvio il candidato sindaco. Lo sfidante Simone Guglielmo, pur senza ritirare la candidatura, non ha materialmente partecipato, avete presentato ricorso. Un caos.
Il segretario provinciale del Pd Maugliani ha chiesto ai due candidati di soprassedere, di non fare la campagna per le primarie, perché si stava lavorando a una soluzione in grado di tenere il Pd unito e di non isolarlo. Non è un caso quindi che le primarie siano state rinviate tre volte e l’ulteriore tentativo di trovare una candidatura terza era in corso l’altra settimana. Poi improvvisamente, venerdì sera, è stata convocata la commissione per le primarie ed è stato comunicato che domenica 23 si sarebbe tenuta la consultazione. Cioè due giorni dopo. Noi eravamo per evitare le primarie perché una conta divisiva non avrebbe fatto bene al Pd, quindi nell’ottica di verificare ancora altre strade, abbiamo chiesto di celebrarle il 30 aprile in concomitanza con quelle nazionali, avendo almeno il tempo di preparare una necessaria campagna pubblica, come vuole il regolamento. Invece si sono ostinati sul 23 aprile.
Però martedì scorso Guglielmo ha presentato formalmente la sua candidatura e la data fissata era il 23. Chiedevate quindi uno slittamento ulteriore, ma il giorno era fissato.
No perché il giorno non era stato stabilito.
Eppure era stato riportato in ogni modo, non era la data?
No, no, no. Noi chiedevamo il rispetto delle regole che impongono dei tempi giusti per consentire ai candidati di potersi muovere, manifesti e non solo. Vede, non si conduce un partito in questo modo. Dicono che ieri in 1.494 hanno votato per le primarie. E a noi chi ce lo dice che sia così? Nessuno di noi era presente, hanno impedito il controllo.
Ma non vi siete rifiutati di partecipare?
Hanno eletto scrutatori e presidenti di seggio solo loro e c’è un verbale.
Dal suo punto di vista la responsabilità politica di chi è?
Del segretario provinciale Maugliani, perché quello comunale, Lomuscio, è un fantasma. Maugliani sa che si stava lavorando a un’altra ipotesi capace di unire il partito.
Anche in questi giorni? Dopo cioè che è saltato martedì scorso il tavolo di trattativa con le civiche?
Sì e il segretario lo sa benissimo. Le trattative le abbiamo lette dai giornali, ma quando c’è un tavolo regionale è così. Il dato è che ieri hanno votato il 37% degli aventi diritto dell’albo, quindi la minoranza, tutto il resto è nostro.
Allora perché non li avete portati ai seggi? Non le sembra semplicistico dire, chi non ha votato era con noi?
E’ come le dico, l’albo parla chiaro, ci sono nomi e cognomi.
Eppure negli ambienti politici si diceva il contrario. Che in base a quell’albo i numeri di Guglielmo fossero sfavorevoli, tanto che volevate un candidato terzo per questo, sapevate di aver perso. Guglielmo non aveva messo il freno?
No, Guglielmo ha messo il freno perché gli è stato detto dal segretario provinciale.
E da Marco Vincenzi referente di Guglielmo, immagino.
Certo e anche dal sottoscritto. Lui lo ha fatto a malincuore, cosa che però non ha fatto Di Silvio. Dalla direzione comunale del Pd, in tutto adesso si sono dimesse 16 persone, regge il partito la minoranza. Per questo chiediamo il commissariamento del Pd di Guidonia. Abbiamo un candidato sindaco di minoranza. Con 1.400 voti non prendono neanche un consigliere comunale.
Facciamo il punto. Quindi, avete presentato ricorso contro le primarie e ora chiedete il commissariamento del partito?
Che non ci sarà dato, già lo so. Ma qualcuno dovrà assumersi la responsabilità politica della sconfitta elettorale a Guidonia. Ed è Maugliani insieme al suo tutore Andrea Ferro. La politica di azzeramento dei gruppi dirigenti messa in atto a Cerveteri, Fonte Nuova, Palombara e ora Guidonia, ha un obiettivo preciso. Chi non porta le preferenze a Ferro va emarginato.
Si dice siate pronti ad andarvene, magari con una civica, Futuro Comune.
Noi staremo nel Pd, io nasco e resto a sinistra, sarebbe assurdo visto che la maggioranza del partito siamo noi. Noi, e questo lo dico pubblicamente, però non voteremo Di Silvio sindaco, è un candidato di minoranza. Invoco l’intervento del segretario regionale Melilli perché siamo ancora in tempo per trovare un’intesa unitaria. Qui c’è l’anarchia. Il partito è fuori dal mondo. Invece di impiegare il nostro tempo a parlare con i cittadini dei fatti gravissimi che stanno accadendo e del nostro progetto di risanamento della città, siamo impegnati in una folle guerra fratricida senza senso.
Non avete anche voi la responsabilità di questo?
Tutti l’abbiamo ma qualcuno continua perché probabilmente nel Pd ci sono pezzi che già nel 2014 hanno deviato.
Cosa intende per deviato?
Che guardavano al centrodestra.
Qualcuno vicino a lei?
Nessuno in particolare, nomi non ne faccio. Ma il centrodestra aveva contagiato una parte del Pd. Proprio sul vostro giornale, uscì un articolo in cui lei titolò sul consiglio comunale dei “muti”, facendo la cronaca di un consiglio delicatissimo su questioni giudiziarie nel quale fui l’unico ad alzarmi per parlare e denunciare. Altri che oggi si candidano sindaco non lo fecero. Dico che nel 2014 una parte del Pd votò Rubeis.
Chi votò Rubeis?
Quelli che hanno avuto sempre ostilità nei miei confronti, alcuni di quelli che oggi sono nella compagine che sostiene Di Silvio sindaco.
Scusi De Vincenzi, ma l’ex sindaco Rubeis non ha storicamente buoni rapporti politici con chi è nella sua componente?
Io non sto in nessuna componente, io appartengo a Domenico De Vincenzi, tanto che a Guidonia sosterrò Cisano, quando capisco che l’interesse non è più per i cittadini ma per logiche di componente io vado con le mie gambe.
Cioè lei non fa parte della componente di Marco Vincenzi?
Lo stimo, l’ho visto in azione a Tivoli, è uno dei migliori consiglieri regionali del Pd, lo voterò alle prossime regionali ma io non appartengo a nessuna componente.
Lei è della componente De Vincenzi quindi?
Io sono della componente dei cittadini, per trenta anni sono stato il primo degli eletti del centrosinistra, ci sarà una ragione. Tra l’altro voglio ripeterlo a chi nel Pd si accanisce contro di me, io non mi candido alle elezioni. Capisco la necessità di un salto generazionale, anche se non sempre giovane voglia dire bravo.
Non crede che la città chieda un cambiamento nelle logiche e nelle modalità della politica? Di questa guerra tra componenti ai cittadini cosa importerà?
Le componenti stanno uccidendo il partito. So che ormai Di Silvio sta con Astorre, quello che non si capisce è che si sta segnando la strada della sconfitta e solo per accaparrarsi preferenze per le prossime politiche.
Chiede l’intervento del segretario regionale.
Sì, tutti dobbiamo fare un sacrificio per dare una guida autorevole alla città.
Prima ha detto che non voterete Di Silvio sindaco. Indicherete il voto disgiunto quindi?
Di Silvio è un candidato sindaco di minoranza. Il candidato sindaco ce lo abbiamo, ed è Simone Guglielmo, lo dicono i numeri, quei 2.400 che non sono andati a votare ieri. Ma dobbiamo andare oltre questo ed avere lungimiranza, così invece consegneremo il comune ai cinque stelle, e avremo qualche consigliere che cambierà casacca, un difetto purtroppo di questi giovani.
Senta De Vincenzi, si respira un clima teso nel Pd, anche sui social partono accuse al vetriolo.
A cosa si riferisce?
Al post di Stefano Salomone che è vicino a lei, ha rivolto illazioni pensanti su Di Silvio, anche personali. Condivide questo modo di agire?
Stefano è il fratello di Rita Salomone.
Politicamente è vicino a lei però, con la sorella pessimi rapporti politici.
Tutti quelli che ora sono contro di me, nel 2014 stavano lì a leccarmi i piedi, si vede anche nei video di quel periodo. Stefano sta con se stesso e dice quello che vuole, nei suoi modi. Sulle questioni personali non amo entrare, però vorrei dire a quei quattro idioti che pensano di fare i dirigenti del partito, e che sostengono che la mia candidatura nel 2014 fu un errore, cosa credono che in realtà sia accaduto. Gli scandali stanno dimostrando che quel sistema che io denunciavo c’era. Allora chi continua a dire che il problema era il mio nome, o è un utile idiota o è connivente.
Guardiamoci intorno. Cosa pensa delle civiche?
Cercano di sfruttare la situazione politica che si è creata nei partiti, e troveranno consenso. Rivolgo un appello anche a Di Silvio: faccia un passo indietro per trovare una soluzione che ci faccia competere a queste elezioni. Così non arriveremo al ballottaggio.
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