A dicembre scorso, quando scattò il blitz per chiudere il cerchio sui “picchiatori” del Car con sei egiziani portati in carcere, era riuscito a sottrarsi alla cattura. Gli agenti della squadra mobile e del commissariato di Tivoli hanno individuato il settimo uomo, un altro connazionale di 29 anni, lo hanno rintracciato e arrestato ieri a Monterotondo: bloccato mentre lavorava nella frutteria, dove sono state eseguite anche perquisizioni con l’ausilio dei cani. L’accusa: tentato omicidio e lesioni personali gravissime ai danni di altri due giovani nordafricani, sulla base dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Tivoli il 14 dicembre scorso.
La spedizione punitiva. Sulla base delle ricostruzioni dei testimoni anche lui aveva fatto parte del gruppo di “picchiatori” che, nelle prime ore del mattino del 28 agosto, armati di bastoni e coltelli, avevano accerchiato e aggredito brutalmente al Car due connazionali. I due giovani, sopraffatti, avevano riportato numerose e gravi ferite; per uno di loro, considerata la gravità dei colpi subiti, era stato necessario il ricovero urgente in ospedale dove, sottoposto a diversi interventi chirurgici era rimasto per settimane in prognosi riservata. Successivamente, dalle cartelle mediche, era emerso che solo la tempestività dei soccorsi e gli interventi di neurochirurgia avevano evitato la morte.
Le indagini. L’attività investigativa, coordinata dalla procura della Repubblica di Tivoli, aveva permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti del gruppo di cittadini egiziani che, legati tra loro da un vincolo stabile con “Zio Ciro”, sfruttavano l’affiliazione ed il sostegno di un gran numero di persone occupate come operai o prestanome per intimidire gli esercenti commerciali con il compimento di atti di violenza e di minaccia, posti in essere con ferocia e aggressività e controllare il libero svolgimento delle attività imprenditoriali all’interno del Car. Erano stati numerosi, gli episodi intimidatori messi in atto dal gruppo, il più grave quello da cui sono partite le indagini con le quali gli inquirenti della procura Tiburtina, diretti da Francesco Menditto, hanno fatto scattare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’organizzazione controllata da “Zio Ciro” (arrestato anche lui già a dicembre), proprietario di diverse frutterie e che, ricostruisce il gip, “aveva preordinato una spedizione punitiva nei confronti di due giovani connazionali, che, svolgendo l’attività di facchini all’interno del centro, non volevano riconoscere l’autorità e la supremazia del gruppo nell’approvvigionamento all’ingrosso dei prodotti ortofrutticoli”. Le indagini degli investigatori continuano per rintracciare l’ultimo componente del gruppo criminale, l’ottavo, che risulta ancora irreperibile. RedCro
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