Nessuno snellimento delle procedure burocratiche e agevolazioni sull’occupazione di suolo pubblico: Guidonia Montecelio non aiuta i farmacisti che organizzano il servizio di tampone rapido con i gazebo. Dopo l’accordo siglato a livello regionale con Federfarma, da novembre le farmacie del Lazio hanno un ruolo cruciale nell’emergenza covid, con l’effettuazione dei tamponi rapidi su prenotazione. Una condizione è quella di garantire entrate separate ai clienti delle farmacie, ecco perché è stata prevista la possibilità di allestire degli stand esterni per i test. Un’esigenza all’ordine del giorno non solo nel centro di Roma, ma in tante città della regione dove i sindaci hanno semplificato però le normali pesanti procedure burocratiche e i costi relativi appunto all’occupazione di suolo pubblico. Da Roma a Latina, pratiche quasi azzerate e così i costi. Ma non a Guidonia. Lo raccontano dalla farmacia Piracci di Setteville.
Un quartiere di Guidonia a ridosso di Roma, tra i più bersagliati dal covid: la farmacia che si trova nei pressi della Tiburtina ma con uno spiazzo che consente di montare il gazebo, si è scontrata con il muro di burocrazia del Comune. Nonostante le richieste, dopo le attese, dal municipio hanno fatto sapere che a Guidonia Montecelio non è possibile prevedere alcun tipo di alleggerimento, né burocratico né economico, per le farmacie che vogliono assicurare questo servizio. E come spiegano dalla Piracci, il risultato è che con prenotazioni prese da novembre, l’infermiere pronto, ancora non si riesce a far partire il gazebo. Ostacoli su ostacoli in piena emergenza, che impediscono di decongestionare i drive-in.
“Una vicenda vergognosa”, la definisce così il consigliere comunale del Pd, Mario Lomuscio. “Il fatto che il sindaco paragoni i gazebo per i tamponi a qualsiasi altra attività che richiede l’occupazione di suolo pubblico, è indice dell’atteggiamento scriteriato di questa amministrazione. Chiedo formalmente al sindaco Barbet di rivedere la sua posizione”.