“Lo escludo in maniera categorica”. Arianna Cacioni non si dimetterà dal consiglio comunale di Guidonia Montecelio per favorire l’ingresso di Alessandro Messa in pole nella lista di Fratelli d’Italia. Una indiscrezione che serpeggia dalle amministrative dell’anno scorso, quando intorno alla candidatura a sindaco della giovane Cacioni voluta da Rubeis e sostenuta da Messa sono vagheggiate teorie di ogni tipo. E quasi tutte si concludevano nello stesso modo. Con il passo indietro di Cacioni a un certo punto del percorso, così da far entrare in consiglio Messa. L’opzione è sembrata realtà quando Cacioni ha formalmente aderito al partito della Meloni, lasciando Forza Italia senza rappresentanti. Settembre, si è detto in queste settimane. Eppure non sarà così. “Non ho nessuna intenzione di dimettermi. Non è un’ipotesi che valuto né allo stato attuale, né per il futuro. Se qualcuno lo ritiene possibile è perché considera ancora la politica per vecchi schemi. Del resto, dal canto mio, credo di aver dimostrato nei fatti la ferma volontà di portare avanti un’opposizione fattiva, ferma nelle posizioni anche quando queste sono impopolari, senza sconti per un governo cittadino che ritengo in tutta onestà indegno”.
La crisi però nel partito è nera. Basta aprire facebook dove circola sponsorizzato un post del profilo di Fratelli d’Italia Guidonia contro due big: “Continua indefessa l’opera demolitrice di FdI da parte di Lollobrigida e Silvestroni”. Mica bazzecole. Strali veri. Una disputa che va avanti dalle elezioni politiche per la scelta delle candidature, e degenerata poi con la recente nomina di Mario Pozzi – antagonista di Messa – a capo del partito a Guidonia. Cacioni (ma la linea sarà stata condivisa) non è andata leggera: calato dall’alto, senza un voto, e lontano dai veri problemi di Guidonia. Gli ha detto così. E si è autosospesa dal partito. “L’unica questione che mi riguarda allo stato attuale è una grande avversione rispetto alle scelte sul coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia e alla gestione che su base provinciale ha riguardato Guidonia. Scelte che non posso condividere e delle mie convinzioni non ho fatto mistero prima di arrivare a questo punto. Del resto non è cosa nuova, la necessità di rivendicare spazio vero a livello politico per questa città, anzi mi sembra che sia questione che ciclicamente si ripropone nei partiti”.
L’autosospensione è stata un campanello per i retroscenisti. Cacioni e Messa sono pronti a traghettare nella Lega di Salvini. La consigliera non conferma i rumors ma neanche chiude la porta. “Ho un ottimo rapporto con il capogruppo della Lega, Giovanna Ammaturo, che ci porta spesso a condividere le battaglie a livello locale ed esiste, questo è indubbio, una sostanziale condivisione di temi, una vicinanza nei modi di vedere le cose. Quello che sarà per il futuro è decisamente presto da decidere. Lo valuterò come sempre con chi ha sostenuto la mia esperienza politica”. I bene informati assicurano che le trattative siano in corso ma che al momento dai settori leghisti ci sia un semaforo arancione. Si vedrà.
Intanto Cacioni fa un bilancio del primo anno da consigliera di opposizione: “Se guardo indietro vedo le tante battaglie che mi hanno impegnato. Ho iniziato con un grande successo, con due mozioni votate all’unanimità per dire no a nuovi centri d’accoglienza e per esprimere una posizione chiara sullo sgombero del campo rom di Albuccione. E poi le tante lotte contro le scelte folli di quest’amministrazione posticcia. La Tari come una patrimoniale, le scuole alla mercé dei ladri che hanno fatto mambassa aspettando i frutti degli spettacolini organizzati dall’assessore alla cultura, il bando della riscossione tributi degno di una segnalazione alla Procura e all’Anac, i pagamenti dell’amministrazione che non ripartono mai malgrado i soldi in cassa, un operato scandaloso dell’assessorato all’ambiente che tiene i parchi chiusi e rinuncia al Fairylands. Non posso dire di essere soddisfatta perché non ho mai visto la mia città in uno stato di così grande degrado. Posso solo dire – conclude Cacioni – che continuerò su questa strada fino a quando non riusciremo a mandare a casa la giunta Barbet”. geape.
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