E’ boom di iscrizioni al Majorana Pisano che diventa la scuola più grande del Lazio. Numeri record per il polo didattico di Guidonia Montecelio diretto da Eusebio Ciccotti: 410 nuovi iscritti, per tutti e 6 gli indirizzi – 3 liceali e 3 tecnici – a fronte dei 317 diplomandi. Un incremento che, nonostante il calo demografico nazionale e l’apertura di nuovi indirizzi presso Istituti di Tivoli, porterà il numero complessivo dei frequentanti, dal 1° settembre, a 2046. Un risultato storico considerando che il Majorana-Pisano risulta così, insieme al I.I.S. Salvini di Roma, il più grande istituto superiore del Lazio e tra i primi tre più grandi d’Italia.
“Le famiglie – spiega il preside Eusebio Ciccotti – hanno premiato la qualità della docenza, l’inclusione dei ragazzi con disabilità e degli stranieri. I molti seminari e corsi professionalizzanti attivati nel pomeriggio, la scuola aperta sino alle 20, con la biblioteca sperimentale fino a mezzanotte, ancora i diversi ospiti ed esperti inviati Salvatore Borsellino, Gian Carlo Caselli, Francesco Menditto, Carlo Verdone, Corrado Bologna, per citarne alcuni”. E ancora il preside cita le convenzioni con le università, i progetti Erasmus e gli scambi internazionali, il successo dell’alternanza scuola-lavoro. “I genitori hanno apprezzato che siamo la prima scuola in Italia con un’infermiera professionale 8.00-14. Infine, la cortesia e la gentilezza del personale non docente: una miscela di competenze e stile che consente ai nostri allievi tranquillità a scuola, successo all’università o entrata nel mondo del lavoro dopo due anni dal diploma”.
Quando è arrivato al Liceo Majorana, otto anni fa, trovò circa 850 allievi, ora siamo per l’appunto a oltre 2000. Magari il merito è un po’ anche suo…
La falsa modestia è come l’immodestia. Diciamo che mi impegno molto, faccio del mio meglio, con errori ovviamente, ogni giorno. Però, ripeto, non c’è un docente o un non-docente che non sia entusiasta e orgoglioso di lavorare in questo istituto.
Scusi, preside, come farà con le aule?
Cercheremo di ottimizzare gli spazi, rinunziando anche all’aula docenti, se necessario. Non si possono mandare a Roma adolescenti del territorio che desiderano rimanere sul posto, obbligando le famiglie e i ragazzi a disagi e spese.
E se non bastassero le sue aule?
Stiamo già chiedendo a Roma Metropolitana di utilizzare aule e laboratori vuoti di altri istituti vicini, i cui dirigenti e docenti, sovente, per immotivate gelosie, sono restii a cedere a coloro che ne hanno bisogno. Ossia ai cittadini, non a questo o quel preside.
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