Settore Servizi sociali in affanno. Finanziato con due milioni di euro dall’Europa attraverso la Regione Lazio, l’asilo realizzato a Finestroni, nel centro città, all’avanguardia con materiali “bio” al cento per cento è il primo comunale a Guidonia Montecelio. Un bel traguardo considerato il numero di abitanti che vanno verso la soglia dei 100mila e le famiglie costrette a rivolgersi alle strutture private. L’asilo c’è, concluso da tempo e trascinato tra le difficoltà del Comune in una paralisi che condurrà con ogni probabilità a vederlo ancora chiuso a settembre.
I rebus di Guidonia – E’ grazie al Plus che sono arrivati i fondi e la struttura colorata è venuta su a due passi dal parco dei frutti. Complessa in tipico stile guidoniano la partita della gestione, avvisi per manifestazioni d’interesse, regolamento bloccato, cambiato e poi approvato in consiglio, è stata la relazione di un esperto a indicare come via da seguire quella di un bando con procedura aperta per affidare l’asilo.
I numeri – Il 19 dicembre scorso è stato appunto approvato il regolamento per la struttura capace di ospitare 60 bambini di età compresa tra i 3 e i 36 mesi inseriti in base a una graduatoria di ammissione che prevede l’attribuzione di punteggi in base ad alcuni fattori, come le ore di lavoro del padre e della madre (il massimo sono 12 punti in caso di più di 36 ore lavorative a settimana), pendolarità, numero dei figli. Tutto stabilito, anche la morosità in caso di mancato versamento del contributo mensile, le direttive per il refettorio, a mancare è il soggetto (cooperativa che sia) che aprirà il cancello a settembre.
Bando chimera – Il guaio a quanto si capisce dal Comune sono i soldi, il tira e molla sulle decisioni, così con un asilo nuovo di zecca l’apertura è appesa non solo al Bilancio di previsione 2016 che con ritardo gargantuesco l’amministrazione deve ancora approvare (sempre che non lo faccia il commissario), ma considerati i tempi per l’espletazione del bando pubblico è difficile se non impossibile credere che la campanella suonerà dopo l’estate. Sempre che al settore Servizi Sociali non si decida per un super affidamento diretto, vista l’urgenza, e visti anche i precedenti. Consapevoli che la qualità non sarà mai la stessa di un servizio garantito attraverso una procedura pubblica e aperta.
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