C’è di tutto nel “sistema” Guidonia. Tra le mazzette contestate e un’organizzazione che secondo gli inquirenti avrebbe depredato i soldi pubblici, ci si ingegnava in ogni modo pur di arrotondare. Così emergerebbe nel caso di Michele Maccaroni, istruttore amministrativo del settore ambiente, finito in carcere insieme al dirigente Argentino e al funzionario Rocchi, indagato anche per associazione a delinquere. Maccaroni viene definito dal pm “l’archetipo del dipendente infedele”. Nell’ordinanza cautelare il gip Alberto Michele Cisterna scrive motivando la misura, “come egli abbia architettato, e con la complicità del dirigente portato a termine, in qualunque ufficio abbia ricoperto, continue spoliazioni delle casse comunali”. In una conversazione captata dalla guardia di finanza tra il dipendente del Comune e un imprenditore amico, Maccaroni si lamenterebbe, “sto a fa magna tutti là dentro, capito? Me so rotto il cazzo!”, suggerendo l’apertura di una società. “Sta attendo a quello che ti dico. Prima dell’estate questa società cominceremo a farla lavorà col Comune”, raccomandandosi, “non deve uscire nemmeno una virgola” e precisando più avanti, “faremo tutte botte da 15/20 mila euro”. Ma non sempre le cose vanno come dovrebbero.
Un altro metodo che verrebbe fuori dalle intercettazioni, sarebbe quello di truffare i professionisti che lavorano con il Comune utilizzando le loro carte di credito sulle quali vengono eseguiti bonifici, sottraendo soldi attraverso acquisti online senza che i titolari delle carte se ne accorgano. Ma un incauto aiutante si sarebbe fatto beccare per comprare cinque paia di mutande. E’ fuori di sé Maccaroni per l’improvvido gesto del partner, così si capisce da una conversazione tra il dipendente e un altro soggetto: “Allora io a lavoro c’ho un miliardo di persone che me passano sotto, commercialisti, architetti, gente che lavora con me, di cui c’ho tutto io. C’ho i documenti, c’ho i codici iban, c’ho le fotocopie delle carte, c’ho tutto”. E Maccaroni spiega all’interlocutore di avere nello specifico i documenti completi di un architetto e di aver dato all’amico la fotocopia della carta di credito prepagata. “Perché questo deve pigliare 17.000 euro dal comune, quando gli arrivano sulla carta, io le vedo quando arrivano, quando ti dico io registri i documenti viene e facciamo un acquistino di 3,4 mila euro, e così amo svolato… questa testa di cazzo siccome la sera non c’ha un cazzo da fare si è messo su internet e si è comprato 27 euro 5 paia di mutande, 27 euro 5 paia di mutande. E’ venuto da me la mattina dopo e dice guarda ho provato a fare un acquisto di mutande e mi è passato, li mortacci tua gli ho detto, ma se ti ho detto di non toccare finché non arrivano i 17mila euro c’è un motivo no?”. E Maccaroni continua raccontando di come l’architetto sia andato poi il giorno dopo a fare un saldo del conto per verificare se fossero arrivati i soldi del Comune e trovando l’insolito acquisto delle mutande, che non aveva fatto, abbia poi bloccato. Maccaroni lo incontra poi al compratore di slip, rimproverandolo aspramente. Insomma se si fosse fatto gli affari suoi, si sarebbero potuti “zottare” 3-4mila euro.
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