Home città Guidonia A Guidonia è amarcord della continuità. “Vota Rubeis sindaco”, il manifesto simulacro per la Cacioni

A Guidonia è amarcord della continuità. “Vota Rubeis sindaco”, il manifesto simulacro per la Cacioni

A Guidonia è amarcord della continuità. “Vota Rubeis sindaco”, il manifesto simulacro per la Cacioni

Un simulacro in un tempio, un filo della nostalgia, l’amarcord della continuità. La campagna elettorale di Guidonia Montecelio – una delle più anomale mai viste – va avanti tra iniziative e big pronti a scendere in campo per i candidati in un clima surreale, vuoi l’esasperazione dei cittadini, gli scandali e gli arresti, i servizi pubblici che cadono come birilli. Arianna Cacioni è la punta di diamante di Forza Italia e Fratelli d’Italia, anzi sempre più meloniana che azzurra, considerando gli accenti con cui viene rivendicata nell’appartenenza, “sta più con noi che con loro” è il mantra che circola nelle stanze di FdI, mentre si fa fotografare dietro lo striscione che finirà per essere attaccato abusivamente. Tant’è che la Cacioni, ex stagista del Comune poi consulente del cerimoniale a più riprese, cresciuta nello staff dell’ex sindaco Eligio Rubeis, è il nome che ha rinsaldato l’asse Rubeis-Messa col benestare dei maggiorenti romani delle rispettive scuderie, e tolto di mezzo gli avversari interni in casa azzurra – che formalmente erano la maggioranza – oggi dispersi nel civismo politico di Aldo Cerroni. Non farà grandi eventi la Cacioni, così ha spiegato incrociata su via Roma, nessuna mega iniziativa – si immagina resisterà solo quella di chiusura della campagna – ma piccoli incontri come quello con Augusto Cacciamani a La Botte, l’ex di Ncd dipalmiano traghettato adesso in Forza Italia. In uno scatto pubblicato sulla sua pagina facebook, viene immortalato uno di questi incontri all’interno della sede. Cacioni di spalle davanti alla mini platea e sul muro in fondo, il manifesto: “Vota Rubeis sindaco”. E’ lì come trasportato da un varco spazio temporale, portando con sé l’euforia di quel 2014, quando i signori delle preferenze erano tutti in campo, apice dell’età dell’oro dell’impero di centrodestra. Prima dell’arresto di Rubeis, della valanga giudiziaria, dello scioglimento anticipato del consiglio. Nessuno ha osato toglierlo il manifesto, per sostituirlo con quello della nuova candidata Cacioni che ha scelto uno slogan – a conti fatti – quasi kafkiano: “Il futuro è nell’aria”.
geape.

cerroni

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