Un “muro” e l’ostinazione a voler impedire la soluzione di una crisi che sta mettendo in ginocchio un settore, ci sono cave e laboratori che chiudono, i lavoratori vanno a casa. Tensione massima tra il settore del travertino romano e il Comune di Guidonia Montecelio: il tavolo, lunedì, è andato praticamente incontro alla rottura, imprenditori e sindacati in una nota congiunta denunciano “una situazione di grande tensione sociale oramai difficilmente governabile”.
Due mesi al vento, è il caso di dire, settimane nelle quali le parti si sono sedute intorno al tavolo per trovare una mediazione dopo gli ostacoli burocratici posti dal Comune alle proroghe delle autorizzazioni che hanno causato uno stillicidio di conseguenze. Gli operai sono scesi in piazza a protestare durante una giornata di sciopero, e dall’amministrazione pentastellata è sembrata venire fuori l’intenzione di coinvolgere la Regione e individuare una soluzione. Niente di tutto questo. Anzi. Il Comune sta continuando a rilasciare parere negativi. Insomma da una parte si è fatto finta di trattare, dall’altra l’apparato burocratico ha continunato a dire no. E neanche i chiarimenti della Regione, che aprivano la strada definitiva al via libera, sono bastate. Il Comune le ha impugnate.
“Questa situazione ha già creato una condizione di incertezza e instabilità, una contrazione degli investimenti e un vistoso calo della produzione – dicono imprese e sindacati del distretto – costringendo alla chiusura molte cave e laboratori di trasformazione, con una conseguente perdita di posti di lavoro, che sta innescando preoccupanti condizioni socio-economiche nell’ambito del Distretto Industriale del Travertino Romano. Le Organizzazioni Sindacali il 4 aprile hanno proclamato lo sciopero di tutte le maestranze che ha portato il Sindaco di Guidonia Montecelio ad impegnarsi a costituire un tavolo di confronto con le forze sociali per trovare soluzioni, anche attraverso l’interessamento della Regione Lazio. Malgrado la Regione Lazio abbia emesso pareri e diramato una circolare chiarificatrice che risolve le criticità per il rilascio delle autorizzazioni, nulla è cambiato”.
L’ultima goccia, lunedì durante il tavolo di concertazione, “l’amministrazione comunale, dopo quasi due mesi, ha disatteso ogni impegno avendo già da tempo impugnato i provvedimenti regionali e continuato a emettere dinieghi al proseguimento delle attività, senza che i componenti al tavolo ne fossero informati. Le organizzazioni sindacali, congiuntamente con le associazioni imprenditoriali, hanno avanzato proposte per garantire lavoro, ambiente e sviluppo, che purtroppo sono tristemente giacenti nei cassetti dell’amministrazione comunale. Gli imprenditori e le organizzazioni sindacali denunciano una situazione di grande tensione sociale oramai difficilmente governabile”. S’intende che la prospettiva è la protesta.
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