Nuova bufera giudiziaria sul governo (caduto) di Guidonia Montecelio. Risultano indagati per abuso d’ufficio in concorso l’ex sindaco Eligio Rubeis e gli assessori Andrea Di Palma, Adriano Mazza, Massimo Casavecchia e Enrico Scattone che il 6 aprile del 2012 votarono la delibera con cui venne approvata la fogna della lottizzazione la Collina del Sole, conosciuta anche come Pizzarotti. Tre chilometri di tubi per portare le acque nere dagli appartamenti al Car, fatti passare sui terreni agricoli del confinante – il Consorzio Edilizio Inviolata di Paolo Morelli – espropriati per l’uso: un collettore sorto al posto del depuratore interno, come inizialmente previsto. Terranova, patron del termalismo e dell’edilizia ha risparmiato tanti zeri, visto che le opere di urbanizzazione erano a carico della società, e il Comune si è avviato senza colpo ferire in una strada di sentenze e bocciature della giustizia amministrativa che in quattro anni sono andate avanti senza sosta.
L’ultimo tassello, proprio una manciata di mesi fa, quando il Tar si è pronunciato per l’ennesima volta imponendo la rimozione del collettore e l’invio di tutto il fascicolo alla Procura e alla Corte dei Conti per eventuali responsabilità penali del Comune e del privato. Mercoledì mattina la Guardia di Finanza è stata nel Palazzo, carte sequestrate e la notifica degli avvisi di garanzia. Tutti indagati per aver alzato la mano ad aprile del 2012 in Giunta dando il via libera al progetto esecutivo del collettore fognario per i 425 appartamenti, piano integrato con fondi pubblici realizzato dalla società della galassia di Bartolomeo Terranova, la Cer Immobiliare. La delibera, portata dall’allora dirigente Umberto Ferrucci, come l’intera vicenda, era già finita quindi all’attenzione della giustizia amministrativa, fino al massimo grado del Consiglio di Stato in una guerra vera e propria tra il Consorzio di Morelli che si era visto espropriare i terreni e il Comune tenace nel non voler rimuovere neanche uno spillo da quegli appezzamenti. Adesso il lavoro degli inquirenti mira ai tre aspetti più critici e tutti collegati.
Eligio Rubeis è indagato perché secondo la Procura “non si asteneva dalla delibera nonostante in passato fosse stato progettista strutturale dei calcoli statici” di quella lottizzazione, per conto della Cer di Terranova, quando ancora non era sindaco, nei lunghi anni di collaborazione professionale. Un conflitto d’interessi e un’incompatibilità sanciti in una memorabile – per gli effetti politici – sentenza del Tar. Lo dice la legge d’altronde, un amministratore pubblico non può votare un provvedimento in cui sia direttamente coinvolto.
Gli assessori presenti in quella seduta di Giunta (Di Palma, Mazza, Casavecchia e Scattone) risultano indagati insieme al sindaco perché l’approvazione del progetto, essendo i terreni espropriati agricoli, andava a costituire una variante urbanistica. E la competenza allora non è dell’esecutivo ma del consiglio comunale.
Così, dicono gli inquirenti, “procuravano tutti all’imprenditore Terranova della Cer Immobiliare un vantaggio patrimoniale”, che ha potuto allacciarsi al Car invece di costruire il depuratore dentro la lottizzazione, operazione quest’ultima ben più costosa e per la quale aveva ottenuto un sostanzioso finanziamento di soldi pubblici. E nello stesso tempo avrebbero danneggiato Paolo Morelli che si è visto espropriare i terreni in fretta furia per far confluire gli scarichi dalle case al depuratore del Car. In fretta, già. Il 2 agosto del 2012, in piena battaglia legale, il Tar ordinò di sospendere tutto, il 6 la fogna però era finita.
Gea Petrini
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