Stop ai rinnovi degli assistenti al Rup, la richiesta è contenuta in una nota inviata al commissario prefettizio Giuseppe Marani da cinque consiglieri uscenti del Pd, Patrizia Carusi, Domenico De Vincenzi, Simone Guglielmo, Paola De Dominicis e Rocco Cisano. Sollevano il polverone, e non è la prima volta, sull’esercito di consulenti chiamati per seguire un singolo progetto e in alcuni casi rimasti invece in pianta stabile, rinnovo dopo rinnovo, per anni.
“Vorremo ancora una volta sottolineare – scrivono i democrat – l’uso improprio che si è fatto di queste figure in Comune con conseguente eccessivo aggravio di spese sul Bilancio comunale. I supporti al Rup hanno di fatto sostituito il personale dipendente dell’ente, e in alcuni casi si è proceduto al rinnovo per più di cinque anni esponendo il Comune a possibili contenziosi. Per evitare ulteriori danni economici all’ente chiediamo che i dirigenti non rinnovino i contratti in scadenza”.
Gli assistenti al Rup (cioè al responsabile unico del procedimento) sono sono figure individuate all’esterno del Comune e scelte senza alcun tipo di selezione pubblica per aiutare il dirigente a portare a termine un singolo progetto, come la riqualificazione di un parco, la realizzazione del verde attrezzato. Tecnicamente quindi legate alla conclusione di un preciso iter amministrativo. La denuncia del Pd, il caso fu sollevato da Domenico De Vincenzi quando ancora era in piedi il governo Rubeis, è precisa: gli incarichi diventano assunzioni, riconferma dopo riconferma, spostando ingegneri, architetti (sono esempi) di volta in volta su altre finalità. Per capire i numeri: nel 2016 sono 40, più della metà ai Lavori Pubblici. Costo per le casse pubbliche? Circa 700mila euro.
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