di Anna Laura Consalvi
Lo slogan che avete scelto è “Tivoli sarà di tutti noi”: quale Tivoli si immagina Vincenzo Tropiano tra cinque anni?
Credo che i cittadini siano ormai stufi di immaginare e, francamente, io la penso esattamente come loro. Serve un cambio di passo, un’inversione di marcia. Un’amministrazione, quindi, che abbia a cuore davvero le emergenze del territorio e che – al tempo stesso – sia in grado di risolverle attraverso provvedimenti concreti. Un comune più efficiente, virtuoso e trasparente.
Partiamo dai rapporti con le altre forze politiche di centrodestra, soprattutto con Forza Italia e Fratelli d’Italia, che hanno parlato di mancata condivisione soprattutto sul nome del candidato a sindaco. Cosa è successo?
Senza troppi giri di parole penso che il tatticismo tra partiti – se non ha almeno un obiettivo comune – non porti davvero da nessuna parte. Un conto è marciare in un’unica direzione, altro è fare ammuina e perdere tempo. Ho dichiarato pubblicamente che auspicavo un centrodestra unito come accaduto nelle recenti competizioni regionali. Così purtroppo non è stato. Il totonomi sui candidati è gossip tra partiti, e i cittadini hanno bisogno di altro. Vivo Tivoli, conosco il territorio e ho deciso di mettere la mia esperienza di amministratore al servizio della gente. Del resto gli accordi nei palazzi non mi hanno mai appassionato troppo, per questo senza infingimenti ci ho messo la faccia e mi sono candidato. E per fortuna che siamo partiti in anticipo… visto che gli atri partiti del centrodestra non hanno nemmeno presentato le loro liste.
La vostra campagna è stata contraddistinta da temi caldi che sono cari alla Lega, come il ruolo delle famiglie, che ha già toccato da consigliere di opposizione facendosi promotore di una mozione contro le coppie omogenitoriali. Come crede debbano essere affrontati in futuro?
La famiglia deve tornare al centro della nostra società ed essere una risorsa del territorio. Bisogna pensare più concretamente alle italiane, che continuano ad essere superate nei bandi pubblici e nelle graduatorie per l’accesso agli asili nido o agli alloggi popolari. E famiglia vuol dire anche occuparsi delle fasce più deboli, al contrario di quanto ha fatto il sindaco uscente Proietti, che ha prodotto zero provvedimenti per le disabilità. Rimettere la famiglia al centro come interlocutore privilegiato per sviluppare buone politiche familiari, sociali ed economiche. Investire sui nostri figli e sulle nostre famiglie, valorizzare il capitale umano del nostro territorio.
Tre punti-chiave del programma elettorale con cui vi presentate alla città.
Sicurezza, turismo, occupazione e rilancio delle piccole medie imprese. Sulla sicurezza serve una stretta, maggiore presenza delle Forze dell’Ordine sul nostro territorio – come ho già fatto presente al ministro dell’Interno Salvini. Attuazione del ‘Decreto Scuole Sicure’, per un piano straordinario contro la droga negli istituti scolastici. Puntiamo alla gestione nostri beni storico-architettonici attualmente gestiti dal Mibac e dal Fai. Attuerò la formula del biglietto unico, operazione virtuosa che rafforzerà l’offerta turista con gli altri partner garantendo comunque centralità all’Amministrazione. Senza lavoro non c’è sviluppo e senza crescita non c’è ricchezza. Tivoli è in basso alle classifiche in termini di tenuta dell’occupazione. Bisogna far ripartire il volano delle Pmi, il tessuto produttivo deve tornare a crescere.
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