Elezioni a Tivoli, la delusione per l’approccio andato male con Proietti e le sue civiche è durato il tempo di una riflessione per alcuni versi scontata. A richiamare all’appello le forze di centrosinistra in vista dell’appuntamento con le urne del prossimo anno sono gli intellettuali, il gruppo capeggiato da Jacopo Tognazzi, Stefano Coccia e Nicola Genga, per dirne alcuni, che qualche tempo fa aveva tentato di riunire sotto un’unica bandiera le liste che sostengono l’attuale sindaco e lo stesso ex Direttore Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Una partita finita alla seconda mano, quando il primo cittadino ha detto “no” e invitato gli esponenti del gruppo nato spontaneamente dalle forze di sinistra della Città dell’Arte e rimesso in gioco un nuovo ventaglio di possibilità, tra tutti lo spostamento del gruppo di “Una Nuova Storia” che ha lasciato la casa civica per tornare tra i partiti da cui veniva, Pd in testa. Una decisione che non sposta gli attuali equilibri dell’aula, i consiglieri Damiano Leonardi e Irene Marinucci restano dove stanno, ma crea orizzonti decisamente lontani da quelli attuali.
“Sindaco autoreferenziale e complice del qualunquismo”
Il commento sull’attuale sindaco è lapidario e non lascia spazio a ipotesi o piani di riserva. “Da Giuseppe Proietti abbiamo ricevuto in risposta la disarmante proposta di aderire alle sue liste civiche, quasi fossimo un movimento politico o personaggi in cerca di fortune elettorali. Oltre ad essere messi a parte di una fantasiosa tattica elettorale, utile a spartirsi 24 seggi comunali e a confondere i cittadini elettori. Con nostro rammarico il sindaco sceglie di consegnare sé stesso e la città a un destino autoreferenziale, riproponendo la somma matematica di liste civiche che costituiscono per molti la possibilità di appagare soltanto la propria personalissima ambizione, rendendo impossibile qualsiasi mediazione tra interessi politici diversi, negando spazi alla stessa politica –. Dicono gli intellettuali – Nel farlo si rende complice di quanti oggi fanno leva sulle spinte regressive e qualunquiste per esercitare un potere fine a sé stesso”.
Il nuovo appello e apertura su Mantovani
Una delusione superata presto da una prospettiva nuova: “Con questa consapevolezza invitiamo coloro che si sentono parte del desiderio collettivo di combattere le ingiustizie sociali, di contrastare l’annientamento ambientale, di superare l’egoismo razzista, si tratti di singole persone come di associazioni di volontariato, comitati di quartiere, associazioni culturali, a unirsi per definire forme e contenuti di una rinnovata proposta politica per questa città”, continuano. All’orizzonte c’è anche un nome e un cognome, quello di Giovanni Mantovani, presidente del consiglio di amministrazione della Acque Albule spa, padre politico proprio di “Una Nuova Storia”. I bene informati, che ne sanno sempre una più del diavolo, parlando di incontri già consumati con vertici del Pd, e di continui giri di giostra per capire chi ci sta, tra cui gli stessi intellettuali, che non disdegnerebbero un’ipotetica coalizione guidata dall’uomo delle Terme.
Anna Laura Consalvi
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