Sindaci, associazioni ambientaliste, Comunità montane pronti alla mobilitazione, tutti uniti per dire “No” alla discarica di rifiuti inerti, che dovrebbe sorgere a Porta Neola, lungo il vallone dell’Acqua Rossa, nel comune di Roma e due chilometri dalla Villa di Adriano.
E’ la decisione emersa dall’incontro, svoltosi al Torrino dei Gelsi, sulla quale Federico Mariani, Sindaco di Poli, è stato molto netto. “Poli è stato il primo comune ad approvare la delibera di indirizzo del manifesto di ALP condividendone i contenuti. Come comune capofila è nostra intenzione organizzare, già nei prossimi giorni, una riunione operativa con tutti i sindaci del territorio per pianificare iniziative concrete e immediate. Riteniamo assurdo – ha proseguito Mariani – che, ciclicamente, si riproponga l’utilizzo del sito come discarica a pochi passi da un patrimonio di tale grandezza e valore. Siamo determinati a continuare questa battaglia”.
Sulle stesse posizioni anche Mario Moretti, Sindaco di Palestrina, Giovanni Loreto Colagrossi, Sindaco di San Gregorio da Sassola, Nando Cascioli, Commissario della IX Comunità Montana, Danilo Sordi, Commissario della XI Comunità Montana e il Presidente del VI Municipio di Roma, Roberto Romanella. Anche la Sovrintendenza, nella persona dell’Arch. Margherita Eichberg, e del Funzionario archeologo, prof. Zaccaria Mari, è pronta a fare la propria parte con un piano straordinario di interventi per tutelare, valorizzare e mantenere un “territorio ancora incontaminato” e “un patrimonio archeologico unico”.
Ricordiamo, infatti, che Porta Neola si trova a meno di due chilometri dalla Villa dell’Imperatore Adriano, il monumento più noto al mondo dopo il Colosseo, e a poche centinaia di metri da Ponte Lupo, il più famoso e interessante ponte degli acquedotti romani, che portava l’acqua marcia dalla Valle dell’Aniene a Roma.
La Campagna di Mobilitazione Territoriale è stata promossa da ALP-Alleanza Prenestina, la rete di 18 associazioni ambientaliste dei Monti Tiburtini e Prenestini. “Scopo dell’iniziativa – spiega Albino Lucarelli di ALP – è di tenere alto il livello di attenzione sulle proposte del suo Manifesto e, assieme alle amministrazioni comunali e alle Comunità Montane, che hanno approvato la delibera di indirizzo fondata su di esso, chiedere con forza a Mibact e Regione Lazio che quel territorio sia destinato alla conservazione con l’istituzione di una Riserva Naturale Regionale”.
La campagna di mobilitazione cade nel momento in cui il Tar del Lazio, con sentenza del 7 dicembre scorso, ha nominato Angelo Borrelli, responsabile nazionale della Protezione Civile, commissario ad acta per decidere sul rinnovo della concessione per la discarica di inerti.
“Deposito di rifiuti sul quale gravano incognite, e interrogativi, molto pesanti – aggiungono – L’aggiornamento del “Piano di gestione delle macerie e dei rifiuti derivanti dagli interventi di ricostruzione” (di cui al Decreto n. V00005 del 08/06/2017), approvato dalla Regione Lazio a ottobre di quest’anno, ha ipotizzato una somma di oltre 77 milioni di euro “per abbattimento, demolizione e smaltimento delle macerie”. La DAF, che dovrebbe gestire il deposito, lo smaltimento e il riciclaggio delle macerie, ha chiesto il permesso anche per un codice CER (20.03.99) attribuito a rifiuti generici non pericolosi (rifiuti urbani?). Infine, non si capisce perché le macerie delle abitazioni di Amatrice, Accumoli, e delle loro frazioni, debbano essere trasportate fin quaggiù, a oltre 2 ore e mezzo di viaggio, quando la stessa Regione Lazio con “Determinazione n. G12689 del G12689 del 28/10/2016” indicava due siti per la raccolta delle macerie. Aree indicate dagli stessi sindaci di Accumoli e Amatrice e identificati nella “ex cava in località Vallicelle nei pressi della frazione di Terracino in comune di Accumoli” e nella “ex cava in località Carpelone in comune di Posta per le macerie provenienti dal comune di Amatrice”.