di Vincenzo Perrone
Non convincono le opposizioni i motivi personali che hanno portato alle dimissioni dei tre assessori Eleonora Galossi, Maurizio De Angelis e Tonino Tabanella dalla giunta mentanese guidata dal sindaco Marco Benedetti. Dai banchi della minoranza, infatti, le dimissioni vengono viste come un fallimento di due anni di governo della città.
Rendini: “E’ ora di aprire a nuovi orizzonti”. Pandolfi: “Strane coincidenze”
La capogruppo del Partito democratico Maria Rendini lamenta una mancata informazione ai consiglieri comunali su questo importante cambiamento nella giunta comunale. “Pur avendo chiesto sia in commissione che ai capigruppo – commenta la consigliera – non è arrivata nessuna informazione ai consiglieri e quindi ne deduco che non c’è nessun rispetto per il consiglio comunale”. La lettura della consigliera sulle dimissioni dei tre assessori è vista come l’atto finale di una situazione di stagnazione protrattasi in questi due anni. “Cambiare metà della giunta – continua Rendini – denota un segnale di fallimento dell’organo di governo a sostegno delle tesi più volte dichiarate dalla minoranza: comune fermo immobile con particolare attenzione ai lavori pubblici e manutenzione, tesi avvalorata anche dalle dichiarazioni del delegato ai territori che si è dimesso in contrasto con questo governo. C’è una situazione di stagnazione che rileva anche una stanchezza di questa maggioranza priva di progetto politico per la città. Il Pd ha proposto progetti ed avanzato richieste ma siamo stati sempre inascoltati. Crediamo sia giunto il momento di aprire a nuovi orizzonti”. Sulle stessa lunghezza d’onda anche il commento della segretaria locale del Pd Serena Pandolfi. “Le dimissioni di metà giunta- sostiene la segretaria- possono significare solo due cose: o una serie di sfortunate coincidenze che allontanano ben tre assessori e un delegato contemporaneamente o il sintomo di un nuovo disegno politico frutto del fallimento dell’organo esecutivo. Speriamo di non assistere ad un ribaltone 2.0 e chiederemo chiarezza verso tutti gli elettori”.
Plebani: “Non possiamo andare avanti, sta diventando imbarazzante”
L’analisi delle dimissioni come fallimento del governo mentanese torna anche nelle parole di Arianna Plebani, consigliera di Forza Italia, che punta l’accento sul bilancio recentemente approvato dal consiglio comunale. “Considerato il mio operato di consigliere di opposizione – sostiene Plebani – che fin dall’inizio ha analizzato, interrogato e valutato negativamente l’operato sia dell’assessorato al bilancio che, soprattutto quello dei lavori pubblici ed ambiente, non posso che leggere queste dimissioni come un fallimento della giunta Benedetti. Penso all’ultimo consiglio dove questa amministrazione e principalmente questi assessori dimissionari hanno portato il bilancio: il documento principale di una amministrazione. Io stessa ne ho evidenziato la forte carenza di programmazione e incapacità amministrativa. Quindi oggi, ad un mese da quel consiglio e da quel bilancio, e dai mie attacchi, non posso che considerarli come una presa d’atto da parte degli assessori del proprio fallimento! Sono passati appena due anni dall’insediamento di questa amministrazione e Mentana è nel caos. Questa maggioranza si fermi e rifletta. Non possiamo andare avanti così altri due anni: nell’improvvisazione, nell’immobilismo, nel caos della macchina comunale. Questa consiliatura sta diventando imbarazzante”.
Petrocchi: “Fino ad ora solo chiacchiere e demagogia”
Un bilancio quello del consigliere Francesco Petrocchi di Impegno per Mentana che certamente non è migliore rispetto a quelle delle colleghe all’opposizione. “A Mentana si dimettono 3 assessori: bilancio, lavori pubblici, personale – il pensiero del consigliere – bilancio sempre approvato in ritardo su diffida del Prefetto e l’ultimo della serie su cui vi è un esposto in Procura della Repubblica per falso ideologico, abuso d’ufficio e falso in bilancio. Lavori Pubblici mai neanche partiti (solo libri dei sogni ed in due anni tutto in abbandono: campo testardi, piazza dalla Chiesa, parchi e giardini, cimitero di Castelchiodato addirittura al buio e senza più loculi). Personale caratterizzato da assunzioni e mobilità di parenti e affini e dal fuggi fuggi degli altri dipendenti. Siamo di fronte alla certificazione del totale fallimento della amministrazione Benedetti. Solo tante chiacchiere, demagogia arroganza ed incapacità. Ed il peggio deve ancora venire”.
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