Home Cronaca Da Londra a Fonte Nuova, storia di ragazzi che scelgono di tornare a casa

Da Londra a Fonte Nuova, storia di ragazzi che scelgono di tornare a casa

Da Londra a Fonte Nuova, storia di ragazzi che scelgono di tornare a casa

di Emanuele Del Baglivo

Un’emergenza fatta di storie personali e di scelte: un giovane dottorando di Fonte Nuova è stato costretto a tornare da Londra assieme alla sua compagna, architetto di Roma, per la pandemia Covid-19. La storia di Roberto e Francesca (i nomi sono di fantasia) restituisce un’immagine poco incoraggiante della situazione che stanno vivendo le persone che risiedono nel Regno Unito, dove fino a pochi giorni fa Boris Johnson aveva deciso di non prendere alcun tipo di provvedimento per contrastare l’epidemia. I ragazzi, meglio specificarlo, tornati a casa si sono messi in autoquarantena volontaria.

A Roma via Düsseldorf

Domenica mattina i giovani hanno lasciato l’Inghilterra dall’aeroporto di Heathrow. Sono atterrati a Fiumicino dopo uno scalo in Germania e si sono fatti accompagnare in taxi fino alla loro abitazione a Fonte Nuova.  
I due ragazzi, entrambi di 27 anni, erano tornati a Londra nella giornata di giovedì per firmare il contratto di affitto della loro nuova casa. Roberto avrebbe continuato il suo dottorato in Scienze Politiche presso il Birkbeck College della University of London, mentre Francesca avrebbe dovuto iniziare un nuovo lavoro in un prestigioso studio di architettura londinese nell’ambito dell’Erasmus Plus. La linea “morbida” del governo inglese nei confronti del Coronavirus li ha convinti a cercare un nuovo volo per l’Italia e a rimandare il trasferimento programmato da tempo. “Quel che ci ha spinto a tornare immediatamente è stato il modo in cui il governo ha deciso di affrontare questa emergenza – racconta il dottorando di Fonte Nuova –. Boris Johnson ha confermato di non voler prendere nessun provvedimento e, di fatto, di non voler intervenire in questo processo. Basti pensare che nel Regno Unito neanche gli operatori sono sottoposti al tampone e non c’è alcuna intenzione di testare la positività neanche nei cittadini”. I due ragazzi si sono scontrati anche con la scarsa consapevolezza dei loro coinquilini: “Restando a Londra, avremmo dovuto vivere ancora per una settimana in un appartamento in condivisione con altre persone prima di prendere possesso di casa nostra – continua Roberto –. Persone assolutamente non consapevoli dei rischi di un’esposizione al virus, ma convinte del fatto di poter continuare a girare liberamente come se nulla fosse”.

L’immunità di gregge e la politica di BoJo

Nelle ultime ore qualcosa sta cambiando anche nel Regno Unito e negli Stati Uniti. La campagna #shutitdown stigmatizza le posizioni espresse da Boris Johnson e Donald Trump e punta a sensibilizzare la popolazione per farla restare in casa. Tuttavia, in Gran Bretagna l’obiettivo è ancora quello di raggiungere l’immunità gregge, cosa che è stata definita come una “follia” dal virologo Giovanni Rezza, dirigente dell’Iss. Questo è stato l’aspetto che ha convinto definitivamente i due ragazzi a lasciare l’Inghilterra. “La politica del governo prevede che chi ha la nostra età a un certo punto avrebbe dovuto contrarre questo virus per sviluppare questa immunità di gregge – spiega Roberto, che a Londra si occupa proprio di studiare gli aspetti della politica correlati alla scienza e alla tecnologia –. Sinceramente non ce la siamo sentita di restare in un paese che non ci avrebbe fornito alcun tipo di assistenza nel caso di contagio. Preferiamo restare in Italia, almeno per il momento”.  

Per precauzione entrambi in quarantena

Ora i due ragazzi si trovano a Fonte Nuova, a casa di Roberto. Sono in ottima salute e non presentano alcun sintomo riconducibile al Covid19. Entrambi staranno in quarantena volontaria per le prossime due settimane. Nessuno è entrato in contatto con loro all’infuori del tassista che li ha accompagnati a casa lunedì. Nel viaggio sia Roberto che Francesca hanno indossato guanti e mascherina. Non sono entrati in contatto neanche con i loro familiari.

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