Home Politica Cubeddu e Novelli ai 5S: votate sì al governo con il Pd. Ma la base è divisa e attacca

Cubeddu e Novelli ai 5S: votate sì al governo con il Pd. Ma la base è divisa e attacca

Cubeddu e Novelli ai 5S: votate sì al governo con il Pd. Ma la base è divisa e attacca

di Gea Petrini

Circolano meme di ogni tipo, la satira ci salverà se non lo farà nessun altro, nella lunga estate politica è scattato il giorno del voto sulla piattaforma Rousseau: gli attivisti cinque stelle certificati possono votare a favore o contro il governo con il Pd a guida Giuseppe Conte. Una febbre coinvolge gli esponenti di ogni livello sovvertendo le classiche prassi pentastellate, per cui il web impazza di big, deputati, consiglieri regionali, che invitano esplicitamente a votare sì.

Agosto lunare: Salvini apre la crisi, ma Grillo e Renzi dirigono l’operazione Conti Bis

Una parabola incredibile ha investito la politica italiana superata la prima settimana di agosto. Matteo Salvini, idolo dalle spiagge ai comizi in piazza, ha voluto liberarsi degli alleati, “quelli del no” come ha ripetuto allo sfinimento anche nell’Aula di Palazzo Madama. L’epilogo della crisi aperta dal ministro (ex) dell’Interno ha scombinato qualsiasi previsione, i sondaggi trionfalistici a favore della Lega che avevano convinto Salvini a puntare alla maggioranza dei “pieni poteri”, si sono infranti contro gli iceberg delle operazioni parlamentari. E nemmeno le rassicurazioni di Nicola Zingaretti sul voto anticipato hanno retto all’impatto. E’ accaduto quello che in tanti ritenevano impossibile: Cinque stelle e Pd al tavolo per un potenziale governo capitanato da Conte. Il Presidente dopo 14 mesi da silente sorvegliato speciale stretto tra i due vicepremier Salvini e Luigi Di Maio, si è reso protagonista dell’antisalvinismo, garante delle istituzioni repubblicane, perché nei tempi del Papeete la forma è anche sostanza. Interventi di fuoco contro Salvini, Conte si è guadagnato definitivamente il favore del Pd che ha detto sì alla sua leadership nonostante predicasse la necessità della discontinuità, quando dai lidi internazionali ha chiuso la porta sempre e per sempre a Salvini che tentava Di Maio per un ritorno di fiamma e un governo a guida cinque stelle. I veri autori, se si vogliono trovare, dell’operazione che ha reso un incubo il settembre di Salvini in opposizione, sono Beppe Grillo e Matteo Renzi. Il fondatore del movimento ha aperto al dialogo con il Pd con un post sul blog e il giorno successivo il rottamatore che in troppi pensavano erroneamente rottamato, ha compiuto il miracolo dell’apertura al governo di necessità. Quella di non far alzare l’Iva e salvare l’Italia. Renzi che ha in pugno la maggioranza dei parlamentari democrat, e avrebbe perso in caso di elezioni immediate la forza contrattuale di quel peso non avendo più la maggioranza nel partito, ha determinato la partita costringendo Zingaretti alla trattativa con il mondo pentastellato. Ne sono accadute di cotte e di crude, compreso un inasprimento tra i cinque stelle delle (di)visioni interne visto che il Pd è il nemico storico degli attivisti, combattuto con una violenza verbale feroce da sempre. Lo sa Di Maio che intanto ha giocato la sua mano tentando di non essere umiliato dalla distribuzione dei ruoli nel nuovo governo, mentre il fondatore ancora in questi giorni ha invitato tutti a pensare meno alle poltrone e più all’occasione storica di cambiamento. Basterà? Gli attivisti riusciranno a digerire il passaggio dal “partito di Bibbiano” all’alleato di governo? Si capirà oggi, giorno del voto sulla piattaforma in mano alla galassia Casaleggio, intasata già dalla mattinata. Fior di eletti cinque stelle si sono esposti. Una pratica che il movimento ha sempre osteggiato, quella della campagna elettorale per le competizioni interne. Tutto cambia: così la grafica identica si ripete nei profili, il volto di Conte e il “sì al governo”. Ma non senza polemiche.

Il deputato Cubeddu: sì al governo

Il deputato del collegio di Guidonia Sebastiano Cubeddu ha iniziato a scrivere post appena scoppiata la crisi agostana. Non serviva un esperto di politica per intendere come il cinque stelle non avesse alcuna intenzione di mandare all’aria l’esperienza parlamentare. Indirizzo confermato ieri, quando ha pubblicato le ragioni per sostenere il Conte bis. Cubeddu nel post non nomina mai il Pd esplicitamente, lo fanno i commentatori sotto, alcuni a favore, altri, molti, in forte opposizione. “Voglio che il mio Presidente del Consiglio sia Conte e si torni a governare l’Italia, perché con lui potremo portare avanti le riforme del cambiamento, riusciremo a bloccare l’aumento dell’Iva, potremo continuare una politica di tutela dei lavoratori, riusciremo a ridurre il costo del lavoro e ad introdurre il salario minimo” e così via. Tra i critici alcuni non hanno gradito neanche il metodo. “Trovo anche io inopportuno invitare a votare sì o no in virtù della posizione influente che un eletto ha. Allora dobbiamo lasciare che le sorti vengano decise dagli influenti della lega e di tutti quelli che vorrebbero distruggere il lavoro fin qui fatto dal M5S?”, scrive un cinque stelle storico di Guidonia.

Il consigliere regionale Novelli: avanti con il Conte bis

Dalle parti della Regione Lazio la vicenda nazionale è seguita con estrema attenzione. Intanto il voto porterebbe a elezioni anticipate anche nel Lazio. E potrebbe bastare. E poi chissà che invece il nuovo accordo nazionale non abbia conseguenze anche ad altri livelli. Fatto sta che un altro a invitare gli attivisti a votare sì al governo Conte bis con il Pd è il consigliere regionale Valerio Novelli: “E’ il tempo delle scelte, è il tempo di andare avanti, non sarà facile ma dobbiamo provare fino all’ultimo secondo a cambiare in meglio questo Paese da cittadini nelle istituzioni e per tutti i cittadini italiani”. I commenti non sono certo unanimi, anzi: “Il Pd con tutti i suoi attuali rappresentanti mi fa molto più schifo di Salvini” attacca un attivista. Intanto sull’altra bacheca cinque stelle Cubeddu ricorda a chi lo attacca: “Avete idea dei troll che ci sono mossi dai partiti tradizionali contro di noi? E andiamo”. Nell’Italia delle piattaforme Rousseau, d’altronde, i troll diventano categoria politica.

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