E’ crollato nel 1983 e oggi, trentatré anni dopo, pare sia arrivato il momento di far partire la fase della ricostruzione. Si tratta del palazzo che si trova in piazza Santa Croce, che dopo il via libera arrivato dal parlamentino di Tivoli venerdì scorso, sarebbe sul punto di rinascere.
L’iter amministrativo e i passaggi del 2005 e del 2011 – In realtà non si tratta del primo passaggio fatto in aula sull’argomento. Già nel 2005 l’allora amministrazione Vincenzi varò una delibera di giunta sostanzialmente simile a quella di oggi. Il secondo atto, invece, risale a cinque anni dopo, siamo al 2011, sindaco Gallotti, quando ad arrivare è stata una convenzione con il privato, titolare dello stabile, stilata dal dirigente all’Urbanistica dell’epoca Ercole Lupi. Oggi, siamo arrivati al passaggio numero tre.
Il commento di Rondoni – “A distanza di 33 anni dal crollo che ha inferto una ferita a una delle principali piazze storiche della città, dove transitano ogni anno centinaia di migliaia di turisti, oggi abbiamo messo la parola fine a una lunghissima trafila burocratica – dice l’assessore all’Urbanistica -. Con l’approvazione di questo ultimo atto abbiamo rimosso tutti gli elementi che ostacolavano la conclusione dell’iter autorizzativo. Con il rilascio del permesso di costruire potranno finalmente essere avviati i lavori di ricostruzione. Sarà ripristinata pertanto l’originaria composizione delle facciate prospicienti via del Trevio e piazza Santa Croce”. Una decisione, arrivata con i voti della maggioranza e del grillino Carlo Caldironi, che non è piaciuta a tutti.
Le polemiche – Ad aprire il fuoco di fila il gruppo di Alleanza per Tivoli: “Il consiglio comunale non ha risolto un bel niente. Anche con pareri chiacchierati hanno voluto confondere la nuova costruzione con la ristrutturazione. Il sindaco e la sua maggioranza hanno solo fatto un sostanzioso sconto al privato e Pantalone paga. Bene ha fatto la vera opposizione ad abbandonare l’aula in segno di protesta”.
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