Home Cronaca Coronavirus, Josephine Alessio la donna delle news: “State a casa”

Coronavirus, Josephine Alessio la donna delle news: “State a casa”

Coronavirus, Josephine Alessio la donna delle news: “State a casa”

di Alessandra Paparelli

Intervista Josephine Alessio: un appello da parte della giornalista, seguitissima sui social e dai telespettatori, sul delicato momento che l’Italia sta vivendo e alla luce delle nuove norme restrittive del Governo Conte in vigore da questa mattina. Anche Josephine si unisce all’hastag istituzionale #iorestoacasa. Josephine Alessio, giornalista e conduttrice di Rai News24 al timone del primo tg dell’alba che apre l’informazione Rai dalle 5,30 alle 6.30 a reti unificate su RAI1, RAI3 e Rai News 24 con collegamenti da tutto il mondo. Amata, fotografata, seguitissima dai fans sui social, una vera icona. Tanta gavetta, laureata, giornalista professionista, approda in Rai a Roma e si occupa per anni di sociale e non solo, vari i settori di cui si è occupata. La stella del mattino apre l’informazione Rai e il suo tg è diventato ormai un appuntamento fisso per milioni di italiani. Vera stakanovista del giornalismo televisivo, grande professionalità, simpatia e bellezza travolgenti, premiata come volto dell’anno dell’informazione Rai 2019. 

Raccontaci il tuo lavoro.

Lavoro a Rainews24, una all news che va in diretta 24 ore al giorno. E’ molto impegnativo, bisogna essere sempre aggiornati. Da diversi anni sono un’anchor della prima edizione dell’alba. Conduco il tg dalle 5,30 alle 6.30 a reti unificate su RaiNews, Rai Uno e Rai Tre. Un tg che seguono anche tanti italiani nel mondo, ricco di notizie, intervallato dalla rassegna stampa dei quotidiani nazionali e locali. Diamo spazio anche ai siti internazionali qualora ci fosse un evento straordinario. Tutto molto impegnativo, bisogna impaginare il giornale, riscrivere le notizie, seguire le agenzie di stampa, scaricare i quotidiani online, caricarli sul touchscreen, clippare le immagini giuste, aggiornare i flash e il rullo, monitorando insomma tutto ciò che accade nel mondo. Un lavoro corale dove ognuno ha la sua specificità.

Come si lavora di notte

Lavoriamo di notte e abbiamo dei bioritmi completamente stravolti. E’ una vita complicata ma siamo uniti da un’unica grande passione: il servizio pubblico. Una scaletta aperta significa che tutte le informazioni che arrivano in newroom, le innesto tra un servizio e un altro mentre sono in onda. Ho tutto sotto controllo insieme alla redazione stessa, aggiorno continuamente le notizie, accompagnando per mano il telespettatore attraverso il flusso delle notizie. Monitoriamo inoltre tutto ciò che accade nel mondo con i nostri corrispondenti. 

Che qualità e doti occorrono?

Occorrono forza, equilibrio, tempra d’acciaio ed autodisciplina altrimenti non si può affrontare il turno notturno. Ma il giornalismo in generale mi regala una tale adrenalina da non farmi avvertire la stanchezza e il sonno. Poi una lunghissima gavetta, come ho fatto, aiuta a diventare forti, professionali, credibili, autorevoli.

Momento Coronavirus, situazione delicatissima e seria, cosa possiamo dire? Italia “protetta”, zona rossa in tutto il Paese, il Premier Conte invita tutti alla responsabilità.

Precauzione sì, allarmismo no, occorre un’informazione corretta e mi riferisco per esempio a ieri notte. Subito dopo l’annuncio del Premier Conte sulle nuove norme, abbiamo visto tantissime persone, da nord a sud, in coda davanti ai supermercati H24, non rispettando per nulla le misure precauzionali: eppure si è detto chiaramente che la spesa si può fare tutti i giorni e che l’approvvigionamento è garantito. Insomma, si sono creati assembramenti inutili. In questo momento abbiamo il dovere di seguire le indicazioni del Ministero della Salute per tutelare non solo noi ma chi ci sta accanto. Non bisogna uscire, “senza se e senza ma”. Mi rivolgo soprattutto ai giovani che sono un po’ indisciplinati… Più seguiamo le misure imposte dalle autorità competenti e prima usciamo da questa emergenza. Chiedo pertanto più responsabilità e rispetto per la nostra salute e quella degli altri.  Ricordo inoltre che i posti in terapia intensiva sono pochi rispetto al numero dei contagi, perciò #iorestoacasa.

Sei impegnata nel turismo solidale, in particolare ultimamente nel Senegal.

Praticare turismo solidale, etico e responsabile, un modo diverso di intendere il viaggio. Io ho scelto il Senegal. Sono 4 anni che vado nel paese della “Teranga” ( in lingua wolof significa ospitalità) attraverso l ASPT, l’agenzia senegalese di promozione turistica del ministero del turismo. Si alloggia in encampment spartani adiacenti ai villaggi. Si vive insieme a loro con usi e costumi. L’80% della spesa contribuisce e aiuta l’economia locale. Poi Vado nelle scuole per portare quaderni, penne, caramelle. Il loro entusiasmo è contagioso! Ma solitamente bisogna affidare tutto al direttore che poi distribuisce equamente.


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