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Coronavirus e mondo dello spettacolo, intervista a Nicola Franceschini

Coronavirus e mondo dello spettacolo, intervista a Nicola Franceschini

di Alessandra Paparelli

Nicola Franceschini, giornalista e direttore del sito FM-World, punto di riferimento per professionisti e appassionati del settore, sito nevralgico per l’informazione radiofonica nazionale e per la comunicazione è intervenuto in diretta a Radio Italia Anni 60 Roma, 100.5 FM durante la trasmissione Breakfast in Italia. Parliamo con lui di salute pubblica e, entrando nello specifico, della delicata situazione del sistema radio-televisivo alla luce delle nuove norme restrittive da parte del Governo Gonte. Italia, zona “protetta”, zona rossa.  Nicola è anche giornalista a Telestense, news in tempo reale a Ferrara. 

Nicola, esaminiamo la situazione attuale relativa allo spettacolo, ai lavoratori dello spettacolo e all’indotto, in base al decreto restrittivo del Governo. Sostengo ai lavoratori dipendenti e autonomi, ci saranno ammortizzatori sociali anche per i lavoratori dello spettacolo? Nel decreto governativo il termine “spettacolo” non appare ancora.

“La risposta a questa domanda arriva a pochi minuti dalla dichiarazione di zona rossa dell’Italia intera. Difficile dare un giudizio del nuovo rigidissimo Decreto del Governo, se non che è volto a tutelare in primis la salute pubblica. L’Italia è da sempre un Paese di artisti e di intrattenitori. Il settore dello spettacolo muove un forte indotto di cui il Decreto non potrà non tenere conto. Si spera intanto che vi possa essere un ridimensionamento del coronavirus, per far sì che gli spettacoli possano tornare a divertire nuovamente italiani e turisti ma le aspettative sono quelle di un sostegno ad uno dei settori che risente maggiormente di questa forte crisi”.

Annullati più di 75mila eventi tra artistici e musicali.  Tante le perdite al botteghino per gli incassi degli eventi di spettacolo, visti i concerti annullati, teatri chiusi e prime cinematografiche annullate e rinviate. Occorre rimettere mano al decreto anche in tal senso?

“Mi ricollego a quanto dicevo poco fa. Indubbiamente sì, qualcosa va ripensato ed anche velocemente, dato che molta gente vive di questo settore e si ritrova completamente paralizzata. Se il virus sarà debellato (o comunque fortemente ridimensionato) prima dell’estate, credo che sarà una stagione dove italiani e turisti avranno fortemente bisogno di intrattenimento, musica e di una sana risata. Intanto, però, massimo sostegno al settore in ginocchio”.

Occorre, secondo il tuo parere, una solidarietà più forte verso i più “piccoli” della musica e dello spettacolo che rischiano di chiudere battenti per sempre, rispetto ai big dello spettacolo?


“Indubbiamente sì. I “piccoli” non lo sono per motivi artistici, ma semplicemente per un supporto più ridimensionato, che spesso non consente l’accesso di certi brani nelle grandi radio. Per questo è importante credere in tutto ciò che è indipendente, che offre forme artistiche più spontanee e che permette anche un “ricambio” della musica italiana, senza nulla togliere ai nomi più noti del panorama nazionale”.


Come si stanno comportando le radio nazionali? Facciamo il punto insieme a te.

“Le radio nazionali sono molto importanti per l’informazione e l’intrattenimento. Lo sono anche per la musica, sebbene meno di una volta, ma quest’ultima – come noto – ha diversi vincoli, legati alle major che orientano il mercato verso questo o quell’altro brano. Purtroppo nelle emittenti nazionali c’è poco spazio per gli indipendenti, tranne qualche eccezione e questo ne dà una percezione in chi ascolti di una sorta di playlist omogenea, che poco si differenzia da un’emittente all’altra. Le piattaforme digitali, tuttavia, offrono nuove opportunità di emergere, tanto che non è inusuale che un network si metta a trasmettere un determinato artista, dopo che questo è diventato una star su Spotify o su YouTube”.

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