Home Cronaca Coronavirus, a Roma operativo il Covid2 alla Colombus. I prossimi passi

Coronavirus, a Roma operativo il Covid2 alla Colombus. I prossimi passi

Coronavirus, a Roma operativo il Covid2 alla Colombus. I prossimi passi

di Emanuele Del Baglivo

Emergenza Coronavirus, la Regione Lazio ha aperto ieri l’ospedale Covid2, presso la clinica Columbus. A breve apriranno anche Covid3 a Tor Vergata e Covid4 a Casal Palocco. A Roma i posti a disposizione per gestire l’emergenza saranno 1000, in tutta la regione 1500. 

Covid2 e la situazione posti letto

In queste settimane la Regione Lazio è riuscita a potenziare notevolmente la rete dei posti letto dedicata all’emergenza. Oltre ai 257 posti del Covid1 allo Spallanzani, verranno aggiunti i 133 posti (59 per la terapia intensiva) del Covid2 aperto ieri alla Columbus. In attivazione 80 posti (15 per la terapia intensiva) al Covid3 di Tor Vergata, altri 80 posti (12 per la terapia intensiva) verranno implementati al Covid4 di Casal Palocco, presso la clinica Villa Maria, dove lavoreranno i medici dello Spallanzani. A questi vanno aggiunti i posti della rete delle malattie infettive e della pneumologia. 

La polemica sul Forlanini

Negli ultimi giorni è scoppiata una polemica sulla possibile riapertura dell’ospedale Forlanini, smorzata dalla Regione Lazio: “Il Forlanini era deserto già negli anni ’90 e da allora è senza alcuna forma di manutenzione – spiega la Regione in una nota –. Siamo nel 2020, stiamo parlando di una struttura degradata, fatiscente, che in molte aree sta cadendo a pezzi. Creare un reparto attrezzato in pochi giorni, per curare malati gravi, in una struttura che cade a pezzi e da ristrutturare da cima a fondo è da folli”. Ecco spiegato il motivo per il quale era necessario agire con tempi diversi. Impossibile, quindi, ripristinare il vecchio ospedale. Più agile e funzionale prendere in considerazione, come è stato fatto, strutture già in buone condizioni. “Questi centri dispongono infatti di spazi adeguati e attrezzature di base pronte all’uso, senza l’esigenza di grandi opere infrastrutturali – continua la nota –. Con i posti nelle province arriviamo ad una rete complessiva di circa 1500 posti a disposizione dell’emergenza in tutta la Regione Lazio. Noi abbiamo il dovere di aprire nuovi reparti in tempi brevissimi, come stiamo facendo, ma in strutture sanitarie che garantiscano igiene, efficacia e funzionalità perché si parla della vita di esseri umani. Le persone hanno bisogno di soluzioni concrete in 7 giorni, non di cose che si possono realizzare in 7 anni”.

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