Home Cronaca Guidonia, baraonda in Comune. Alle Finanze scoppia il conflitto d’interessi sugli straordinari elettorali: la denuncia della Cgil

Guidonia, baraonda in Comune. Alle Finanze scoppia il conflitto d’interessi sugli straordinari elettorali: la denuncia della Cgil

Guidonia, baraonda in Comune. Alle Finanze scoppia il conflitto d’interessi sugli straordinari elettorali: la denuncia della Cgil

Non c’è pace nel Comune di Guidonia Montecelio. Ultima pietra dello scandalo, la costituzione dell’ufficio elettorale per il referendum del 4 dicembre avvenuta con la determina del 7 ottobre che ha nominato tredici figure scelte tra il personale. Loro andranno ad affiancare i 4 dipendenti che normalmente si occupano del settore, proprio per garantire la preparazione e lo svolgimento delle elezioni referendarie. Fin qui tutto normale, a far tremare i muri del Palazzo la firma di chi decide e delibera: giusto una dei tredici beneficiari. Il caso non è certo passato inosservato nelle stanze della Cgil Funzione Pubblica che con una lettera al vetriolo inviata al commissario prefettizio Giuseppe Marani chiede adesso l’immediato annullamento della determina “per palese conflitto d’interessi”. E non finisce qui.

La carta in questione che è diventata scottante – i rumors raccontano di urla in mattinata per il caso e telefonate asprissime tra i piani – è la numero 111 firmata dalla delegata facente funzioni del dirigente dell’Area Finanze. Non è stato quindi il dirigente Pucci, ma la “P.O.”, la dipendente con posizione organizzativa. Un passo falso denuncia la Cgil, “perché è tra gli stessi beneficiari del provvedimento”, scrivono i sindacalisti al commissario. Insomma, si è auto-nominata nel gruppo dei tredici impiegati affinché alle elezioni fili tutto liscio, autorizzando quindi ovviamente anche sempre a se stessa, 120 ore di straordinari (che toccano ciascuno). “Si ravvisa un palese conflitto d’interessi – dice la Cgil – secondo le norme infatti la delegata avrebbe dovuto astenersi dal partecipare, nell’espletamento delle proprie funzioni, all’adozione di decisioni o attività che possano coinvolgere direttamente o indirettamente i propri interessi”. E l’atto – sottolinea l’organizzazione dei lavoratori – sarebbe illegittimo perché firmato appunto da una posizione organizzativa che non può invece sottoscrivere atti di natura dirigenziale.

C’è un terzo elemento che non quadra per la Cgil. In base alle regole, in questi casi si deve mettere in atto una rotazione dei dipendenti. “Al contrario, anche in questo caso, come avviene ormai da sempre, non c’è stata alcuna rotazione dei dipendenti autorizzati allo straordinario elettorale rispetto agli anni precedenti. Per questi gravi illegittimità – concludono – chiediamo l’immediata revoca”.

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