Un tour de force per i candidati di Guidonia Montecelio, giovedì è stata la giornata dei confronti. Nell’auditorium del liceo Majorana, di fronte a una vasta platea di giovani, in otto (due assenti) si sono alternati al microfono a parlare dei programmi sotto la direzione del preside Eusebio Ciccotti per l’intera mattina, fiumi di video ne hanno raccontato ogni momento. Il pomeriggio si è passati nella sede della Confcommercio che ha organizzato un incontro mirato a tirare fuori dai contendenti alla poltrona da sindaco idee e progetti per il futuro del commercio a Guidonia. A fare gli onori di casa Luca Onorati, moderatrice la giornalista Elena Ceravolo, sedie piene e gente in piedi, presenti in nove. L’unico posto vuoto quello della candidata del Psi Morida Khaliel che aveva disertato anche l’evento a scuola poche ore prima.
Come viene spiegato dalla moderatrice, a Guidonia Montecelio non c’è un piano del commercio dal 1981. La crisi, i centri commerciali, il centro città svuotato, i quartieri abbandonati a se stessi. Dalla carrellata di interventi che si alternano davanti ai commercianti presenti all’incontro, se un elemento si capisce è che manca un progetto complessivo per risollevare il settore. Ognuno punta su qualche elemento, Giovanna Ammaturo di Noi con Salvini sulla legalità commerciale, in ogni suo aspetto, sicurezza e sgravi, “se l’insegna di un commerciante si accende tutta la notte svolge anche una funzione sociale perché mi illumina la strada”, il Cinque Stelle Michel Barbet sul “rilancio della macchina amministrativa e si cercherà di incentivare il commercio anche attraverso i fondi europei”, Arianna Cacioni di Forza Italia e FdI descrive la “desertificazione dei quartieri” e vuole “mettere in rete i commercianti” creando “eventi contro la fuga dei cittadini nei centri commerciali”, senza dimenticare l’evergreen della “pedonalizzazione”, e un assessorato “solo per i finanziamenti europei”.
Il civico Aldo Cerroni valuta come “allarmante” – è in tono con l’hashtag #attenzione – la mancanza in Comune “di una banca dati su aperture e chiusure”, il democratico Emanuele Di Silvio si concentra sul caso del centro città, dove i negozi sono quasi spariti, “il senso unico è stato un colpo per il commercio, quindi vogliamo il ripristino del doppio senso”, la candidata di Noi per Guidonia Flora Fusciello rimprovera il “totale disinteresse della classe politica per il tema” e si impegna per uno “snellimento delle pratiche burocratiche”. Giorgio La Bianca di Uniti per Vincere propone “percorsi nelle circoscrizioni, come le mostre, per riportare la gente a vivere i quartieri”, Filippo Silvi candidato di Sinistra Popolare è l’unico a inquadrare la questione su un profilo generale, “è necessario capire come vediamo la Guidonia del futuro, il commercio dipende da questo”, e poi è il turno di Antonio Tortora, aspirante sindaco per Guidonia Popolare. “Chiedo scusa ai commercianti come amministrazione passata, non mi vergogno di averne fatto parte ma di quello che è accaduto, sì. Mancano uffici per dare risposte ai commercianti e molti hanno chiuso per i grandi centri commerciali”, un aiuto potrebbe essere “il microcredito”. Luca Onorati commenta, “è una partenza”, insomma grandi entusiasmi sulle risposte ricevute non ci sono, conta “quale è la Guidonia del futuro”.
Sono le otto passate quando escono dalla sala, tira le somme Giuliano Lombardozzi commerciante di Guidonia centro: “Le domande sono state leggermente eluse, serve avere una visuale della città, la buona volontà c’è ma bisogna conoscere il territorio, incentivando i giovani. Serve attenzione sul centro della città che può crescere aggregando le risorse dei quartieri”. Intanto come segna il countdown del sito della Cacioni, mancano quindici giorni, dieci ore e ventotto minuti, per dirla alla Cerroni sarà comunque “l’alba di un dopo”.
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