di Gea Petrini
Con la privatizzazione del cimitero, raddoppieranno i costi per i cittadini. Per un loculo serviranno 3mila euro, contro i 1.600 di oggi. Sia chiaro, in Comune la guerra sta raggiungendo i livelli massimi, un braccio di ferro vero e proprio: da una parte il dirigente Angelo De Paolis che il 13 giugno ha passato la gestione del camposanto al Consorzio Comor di Innocenzo Morasca vincitore della gara, dall’altra il funzionario geometra Salvatore Mazza, che ha scritto al commissario prefettizio una lettera in cui dice chiaro e tondo che non può dare seguito a quell’atto. “Non firmerò”, tuona carte alla mano: il privato infatti non può prendere la gestione del cimitero esistente prima che sia terminato il primo lotto di lavori.
Comuni e privati – Se ne sta discutendo in lungo e in largo, i Comuni fanno sempre più ricorso al project financing. Cosa vuol dire? Presto detto, le casse degli enti locali sono a secco, così si apre ai privati: le imprese si caricano i costi di costruzione (milioni di euro), in cambio ottengono la concessione della stessa opera per una durata spesso pluridecennale capace cioè di far assorbire il peso dell’investimento sostenuto, e guadagnare. E’ avvenuto con il cimitero di Guidonia Montecelio dove il Consorzio Comor di Morasca si è caricato sulle spalle il necessario ampliamento in un accordo su 25 anni, in cui spese e incassi andranno al privato sull’intera gestione del camposanto, insomma vecchio e nuovo. Ora, tanto è vero che lo strumento è utilizzato (da Latina a Frascati), così non mancano contestazioni e obiezioni, perché non c’è città dove la privatizzazione non abbia condotto a un aumento delle tariffe per i cittadini. A Guidonia la musica non sarà diversa.
I nuovi costi – Conviene vedere i numeri per farsi un’idea. Il costo medio di un loculo adesso è sui 1.600 euro e diventerà invece (sempre quello medio) di 3mila euro. Per l’ossario si passa dagli attuali 350 euro, a 600 euro. E sul servizio di tumulazione in loculo, l’aumento è vertiginoso: oggi costa 28 euro e passerà invece a 486 euro. Ci sono poi i prezzi per le cappelle, 120mila euro, mentre per comprare l’area, una piccola costerà 15mila euro, il taglio grande 25mila euro.
Lo scontro in Comune – Il 9 ottobre 2014, dopo il bando di gara, il Consorzio Comor firma il contratto con l’ente e adesso dopo quasi due anni, il dirigente Angelo De Paolis con una determina passa l’intero pacchetto nelle mani del privato, dopo lettere di avvocati e carteggi di ogni tipo. L’atto è del 13 giugno, ma di fatto non accade nulla: il cantiere è sospeso e i servizi del vecchio cimitero sono ancora nelle mani del Comune. C’è il funzionario Mazza infatti che fa muro per il passaggio di consegne: il responsabile unico del procedimento è stato più di un’ora a colloquio con il commissario e ha prodotto un fascicolo copioso riassunto in una lettera. Il punto cruciale in mezzo a una sfilza di “mancanze” che il geometra mette in fila, è uno: l’articolo 27 del Capitolato d’appalto in base al quale è previsto che il privato prenda la gestione del cimitero esistente (il vecchio) “entro 60 giorni dall’approvazione del collaudo dei lavori del primo lotto”. In sostanza Morasca può iniziare a muovere paglia nel camposanto attuale solo quando sarà conclusa la prima parte dei lavori del nuovo, che sono poi quelli dei servizi ai cittadini, di proprietà comunale. Uffici per il pubblico, parcheggio multipiano, camera mortuaria, museo. E questo è il tasto dolente.
“Io non firmerò” – Queste opere infatti non ci sono, ecco il motivo per il quale Mazza è netto, nel suo ufficio zeppo di carte, non lascia mezzo spiraglio: “Lo dice il Capitolato, quindi la determina del dirigente non va bene. De Paolis non conosce i documenti. Ma io devo fare gli interessi dei cittadini e del Comune, capisce che vuol dire? Noi ti diamo il cimitero, tu devi darci i servizi. Quindi così è impensabile, io non firmerò”. Meglio fare un passo indietro.
Le denunce di Morasca – L’atto bomba di De Paolis del 13 giugno, arriva dopo mesi di veleni. A più riprese Innocenzo Morasca infatti scrive al Palazzo attraverso il suo avvocato: l’imprenditore denuncia che da quando c’è stata la firma del contratto (ottobre 2014), il Comune cioè Mazza gli ha messo i bastoni tra le ruote in ogni modo. Difficoltà che il privato imputa tutte all’ente, “dovute all’indisponibilità delle aree su cui realizzare l’opera e la mancata indicazione nel progetto esecutivo della presenza del gasdotto con relativa fascia di rispetto di 22 metri”. Proprio per il gasdotto è scattata la sospensione del cantiere, come spiega oggi Mazza “stiamo aspettando gli esiti del sopralluogo dei vigili per verificare che i lavori siano conformi al progetto come poi revisionato”. Ma nelle lettere dei legali di Morasca l’accusa al Comune che avrà spinto De Paolis ad accelerare dandogli tutta la gestione è che nonostante il contratto in piedi, Mazza ha affidato a terze ditte in via diretta l’esecuzione di lavori cimiteriali nelle aree consegnate in esclusiva a Morasca. Tredici determine, per quasi 500mila euro di lavori.
“Ordine del sindaco” – Su questo piano però il geometra non mostra alcun segno di cedimento: “Ho eseguito l’ordine del sindaco, di mantenere cioè la funzionalità del cimitero per la tumulazione delle salme quotidiane, abbiamo sospeso invece la concessione dei loculi a viventi. Non abbiamo strafatto ma svolto l’attività indispensabile per mantenere efficiente il cimitero”.
Questione di Pef – Prende in mano il Piano economico finanziario presentato dal Consorzio e allegato al contratto. Sono segnati gli impegni non mantenuti che motivano il geometra Mazza a dire al commissario che il passaggio al privato voluto da De Paolis non può avvenire ora. “Nel primo anno – spiega – il Consorzio avrebbe dovuto mettere somme a disposizione per approvare il progetto esecutivo e ancora oggi non ci sono”. Stesso discorso per le spese di attività di consulenza, 250mila euro divisi nei primi due anni di contratto, e per i 196mila di incentivi, “non ha dato niente”. Anche sul fronte del canone annuo che il Consorzio deve al Comune, dice Mazza la posizione non è regolare: vanno versati entro il 31 dicembre dell’anno precedente. “Il privato però ha versato solo il primo, dovuto entro sei mesi, e non quello successivo per il 2016”.
Segnalazione ai vigili – Per chiudere in bellezza un quadro che a colpo d’occhio complessivo si appresta a diventare una tipica vicenda in stile Guidonia, gli stessi uffici comunali ieri mattina hanno segnalato ai vigili urbani con tanto di foto allegate l’ampliamento, non del cimitero, ma del prefabbricato che sta lì. “Lo stanno allargando con una struttura in muratura – dice Mazza – lo abbiamo fatto presente alla polizia municipale”.
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