“Fumata nera” sulle cave dice l’opposizione, incontro “deludente” con il sindaco di Guidonia e posizioni “talebane” dei cinque stelle che rischiano di colpire in maniera inesorabile economia e lavoro. Dopo il vertice in Comune, parte la richiesta di un consiglio comunale sulle cave con audizione formale degli imprenditori e dei sindacati per affrontare l’emergenza nell’immediato prima che diventi una valanga sul piano occupazionale.
Non si attendevano soluzioni miracolose dalla riunione che Michel Barbet ha voluto nella sua stanza con i capigruppo per informare la minoranza del vertice romano sulle cave. Ma gli esiti al solito sono peggio del previsto. Lo stallo c’è ed è drammatico. Mentre da una parte il tavolo con la Regione e le parti sociali ha individuato un percorso, l’amministrazione intanto sta gestendo a livello amministrativo la partita delle proroghe alle autorizzazioni attraverso interpretazioni delle norme – contestate dalle aziende – che stanno portando alla chiusura. La prima revoca è stata inviata, e seguiranno altre. Queste le premesse della riunione, che ha visto l’assenza del Pd sull’onda della polemica politica e la presenza invece della leghista Giovanna Ammaturo, di Arianna Cacioni (FdI autosospesa) e di Mario Proietti della civica il Biplano. I consiglieri di minoranza all’uscita ribadiscono gli aspetti più critici e annunciano la richiesta di consiglio con aziende e sindacati, è lì in una sede pubblica di fronte alla città che vogliono inchiodare la maggioranza a fare chiarezza. Intanto il sindaco continua con la posizione a difesa degli atti messi in campo dalla dirigente Paola Piseddu e avvertendo anzi le altre aziende: la sostanza è questa, potranno fare a breve la stessa fine di quella oggetto della revoca del blitz di ferragosto se non rispondono con gli adempimenti.
“Dopo aver parlato con il sindaco siamo ancora più convinti – commentano Ammaturo, Cacioni e Proietti – che serva un confronto pubblico che veda la presenza, tramite audizione formale, dei sindacati e degli imprenditori del travertino, affinché vi sia un quadro completo delle criticità attuali e delle proposte in campo. Un’occasione per fare chiarezza e discutere in modo approfondito del futuro del distretto estrattivo di Guidonia, il più grande ed importante di tutta la Regione Lazio. Una riunione arrivata in modo tardivo e con pochissimo preavviso”. E centrano il punto più pericoloso. “Siamo preoccupati perché l’orientamento dell’amministrazione 5 stelle è di lavorare nel medio periodo, con un accordo programmatico che coinvolge il comune di Guidonia e la Regione Lazio, non tenendo conto così di quello che nell’immediato è necessario: trovare nel rispetto della normativa vigente una soluzione che tuteli l’occupazione, tenendo insieme un delicato equilibrio ambientale e la sopravvivenza delle attività imprenditoriali.
E se per il sindaco Barbet “non è più tempo di rimandi, è doveroso prendersi delle responsabilità che nessuno ha mai preso per garantire un futuro ai lavoratori e per salvaguardare un territorio devastato”, il polo civico rappresentato al vertice da Proietti aggiunge: “L’amministrazione 5stelle deve avere il coraggio di dire ciò che molti consiglieri di maggioranza pensano e che di fatto, al netto dei proclami, questa amministrazione sta realizzando. Se la loro idea è la chiusura delle attività estrattive, e la trasformazione del distretto in una sorta di parco giochi, lo dicessero pubblicamente ed ufficialmente. Per noi si tratta di una scelta grave, irresponsabile e che pregiudicherà per sempre il nostro Comune sul piano dell’offerta di lavoro. Non ci sono state offerte soluzioni concrete neppure dal punto di vista ambientale. Come se la falda ed i ritombamenti fossero problemi di altri e che la chiusura delle cave, fosse la panacea a tutti i mali. Riteniamo che queste posizioni talebane ed infondate siano pessime per la nostra città e per i nostri cittadini, al di là delle sterili rassicurazioni di un sindaco confuso ed inerme”.
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