“Il sindaco smetta di mentire”, Emanuele Di Silvio alle otto di sera è ancora in piazza ad aspettare gli esiti del vertice in corso ai piani alti del Comune, è la politica bipartisan a infiammarsi a sostegno della protesta dei lavoratori delle cave di Guidonia Montecelio. Le forze di opposizione, in consiglio e fuori, partecipano alle delegazioni che vanno avanti per l’intero lunedì dello sciopero generale. Quello che s’intende è che la mobilitazione a oltranza e una manifestazione unitaria sono la prospettiva se non uscirà un atto concreto che scongiuri la chiusura delle aziende del comparto estrattivo. La prima revoca c’è stata ad agosto. Il lunedì è di fuoco, mentre gli operai manifestano, gli esponenti dei diversi schieramenti chiariscono: è linea dura a difesa del lavoro contro le scelte “scellerate” dei cinque stelle.
Il Pd è schierato lungo il muretto davanti la Torre. C’è il pienone dei volti noti, il segretario provinciale Rocco Maugliani, l’ex deputato Andrea Ferro da Tivoli, il segretario cittadino Marcello Manni, il leader dei giovani democratici Kevin Berbardini, l’ex consigliera Patrizia Carusi, presente per l’intera giornata fino a sera, e i consiglieri, escluso il capogruppo Simone Guglielmo. Di Silvio fa da tramite nelle ore delle trattative, cerca di organizzare iniziative, riceve in piazza il senatore Bruno Astorre e la consigliera regionale Michela Califano, non molla il presidio. “Il sindaco dica cosa vuole fare – commenta con il telefono che squilla a ripetizione – ad oggi i fatti parlano chiaro, non c’è la volontà di salvaguardare i posti di lavoro e le imprese. Le soluzioni avanzate dagli imprenditori non sono mai state prese in considerazione. Ancora questa mattina attraverso Califano e Cartaginese, la Regione ha mostrato la disponibilità concreta a individuare le soluzioni. Il sindaco ora deve fare atti concreti”. Arriva presto e partecipa a una delle delegazioni, il senatore democrat Astorre: “Non si può scherzare sulla pelle della gente. Se si devono fare i ripristini si facciano, ma sulla pelle dei lavoratori non consentiremo più di giocare. I cinque stelle non possono cancellare duemila anni di storia di questo settore. L’appello è che si torni a ragionare, il primo obiettivo è garantire il lavoro e la sicurezza delle case”. Paola De Dominicis non perde un incontro, e Mario Lomuscio ricorda, “sto qui a fianco dei lavoratori, i primi a subire la condotta scellerata dell’amministrazione Barbet. Pretendo una risposta alle rimostranze avanzate oggi dai sindacati affinché si eviti la chiusura del settore e i licenziamenti”. Mostra il piglio battagliero la consigliera regionale Califano, “la Regione è pronta a offrire strumenti per consentire alle aziende di continuare a lavorare, li abbiamo rimessi oggi sul tavolo con il Comune”. Non solo note interpretative delle norme, ma un emendamento – spiega – presentato dalla collega di Forza Italia. Sono tutti pronti a sostenerlo nel Pd, la prima firmataria è l’azzurra Laura Cartaginese.
Arriva da Tivoli, ma Guidonia la conosce bene considerando che si è occupata di tenere in piedi la lista alle ultime amministrative, tra bufere, diaspore, ma questa è un’altra storia. “Sono qui a sostegno dei lavoratori, sono sempre stata vicina a loro – dice Cartaginese – l’emendamento che ho presentato in Regione è per risolvere questo problema. E’ inaccettabile che il Comune condanni i lavoratori al licenziamento, con il tasso di disoccupazione drammatico che abbiamo, questa amministrazione è irresponsabile”. Ma è un fiorire di personalità di Forza Italia, considerando che il partito che ha governato la città per sette anni, oggi non conta neanche su un consigliere dopo che Arianna Cacioni (che buca la protesta, non si fa vedere) ha lasciato il partito per FdI dalla quale di recente si è autosospesa.
C’è per l’intera mattinata il vice coordinatore provinciale del partito azzurro, Stefano Sassano che inizia da una stoccata ai cinque stelle, “sicuramente la situazione politica odierna è gestita con forte superficialità”, e precisa, “la mia presenza qui è per solidarietà ai lavoratori”. Sul nodo, “dico solo che se sono state prospettate soluzioni per l’Ilva così impattante, allora possono essere trovate soluzioni – commenta Sassano – Se poi questo determina la necessità di intervento nel breve e medio periodo si può ovviare sottoscrivendo protocolli tra gli enti e gli imprenditori”.
Sul web è diventato l’incubo dei pentastellati, e certo non manca il presidio Maurizio Massini, ingegnere, vicino a Sassano, dirigente anche se preferisce definirsi “quadro” di Forza Italia, in corsa per la leadership del partito locale, in prima linea in difesa delle cave. “Piena solidarietà ai lavoratori e agli imprenditori, la questione va risolta con soluzioni politico amministrative per un sicuro miglioramento dell’assetto ambientale ma per la stabilità di un comparto così importante che in un contesto sociale come quello attuale va mantenuto. Si è capito che questa amministrazione comunale al di là delle chiacchiere e dei post su facebook ha deciso di chiudere questo settore economico e ci opponiamo insieme a tutte le forze di opposizione alla scelta scellerata”. In giro di casa azzurra ci sono anche Andrea Mazza e Gianni Petrocchi, si muovono tra i capannelli, mentre Fratelli d’Italia è rappresentata dal coordinatore cittadino Mario Pozzi: “Siamo vicini alle famiglie e ai lavoratori, è una amministrazione comunale di inetti, la tutela ambientale e il rispetto delle regole non possono mettere a rischio il settore estrattivo. Un settore fondamentale. FdI è in campo anche a livello regionale per trovare una soluzione”.
La protesta di Guidonia intanto mobilita anche Roma. Dagli uffici della Regione si fanno sentire consiglieri regionali, ancora bipartisan. “La crisi del settore estrattivo dell’area tiburtina è gravissima, servono interventi immediati per scongiurare conseguenze irrimediabili sia sull’attività di produzione che sulla tutela delle migliaia di posti di lavoro che sono in gioco – dice Giancarlo Righini di Fratelli d’Italia – ci troviamo di fronte ad un quadro disastroso in cui l’amministrazione comunale di Guidonia a guida M5S ha mandato il primo diniego ad una proroga facendo così partire i primi 50 licenziamenti. Fratelli d’Italia farà di tutto in Regione Lazio per tutelare ambiente, imprese e lavoratori”. E’ il presidente della commissione affari costituzionali, Rodolfo Lena del Pd a parlare di “decisione incomprensibile dell’amministrazione comunale di Guidonia che sta mettendo a rischio il posto di lavoro, il futuro degli operai e quello delle loro famiglie. La chiusura delle storiche cave di travertino, che va in ogni modo scongiurata, rappresenterebbe una perdita incalcolabile in termini economici e occupazionali per tutta la provincia di Roma. Mi auguro che il comune di Guidonia torni subito sui suoi passi”.
Tornando sotto le finestre del sindaco, parla di un clima “esacerbato” la portavoce del polo civico Michela Pauselli, che solca la piazza da una parte all’altra, “abbiamo ascoltato solamente false promesse, nella totale assenza di chiarezza, pretendiamo di capire questa amministrazione dove voglia arrivare”. Agli incontri partecipano i consiglieri Mauro De Santis e Mario Proietti. “Hanno mascherato la posizione politica – dice De Santis – che è per la chiusura delle cave con una posizione giuridica, andando poi però contro l’intervento chiarificatore della Regione. Allora vogliamo capire: o il dirigente è scollegato dall’amministrazione, oppure è supportato. Entrambe le ipotesi sono insostenbili”.
Tornando a destra, la leghista Giovanna Ammaturo evidenzia subito un aspetto politico: “L’amministrazione con la revoca delle autorizzazioni non ha tenuto fede agli impegni politici del consiglio comunale, che si era espresso per la salvaguardia dei posti di lavoro. Intanto continuano a raccontare di voler costruire giochi e alberghi sulle cave. Il vicesindaco Russo è il sognatore, la sesta stella che tenta di brillare ma si ferma nella riconversione delle cave in hotel. Mi chiedo, ma Russo ha mai lavorato in una cava?”. Autunno caldo, con anticipo. geape.
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