Sta tornando la stagione calda a Guidonia Montecelio nonostante le temperature invernali: il Comune a guida cinque stelle con la firma di Michel Barbet ha presentato ricorso al Capo dello Stato contro l’autorizzazione a una delle imprese estrattive del territorio per l’apertura di un nuovo sito. Un ricorso contro il via libera rilasciato dalla Regione Lazio: l’atto siglato dal sindaco è del 15 novembre. Insomma, per capirsi, operazione identica a quella di due anni fa nei confronti di altre imprese che aprì poi nel 2018 a un settembre di durissima contestazione in piazza, il rischio chiusura, l’incubo della perdita dei posti di lavoro. Tavoli, riunioni, norme regionali che hanno chiarito a più riprese ma che gli uffici di Guidonia continuano a rigettare. Il Comune continua con la sua battaglia contro le cave, questa è l’interpretazione netta che ne dà Emanuele Di Silvio seguito dall’intera minoranza, il consigliere del Pd ha portato il caso oggi in consiglio, e ne se è occupato anche il collega Mario Lomuscio. La richiesta di Di Silvio è inequivocabile: “Il Comune ritiri il ricorso contro l’autorizzazione regionale”, lo ha detto in aula, invitando il sindaco a una risposta in presa diretta. E la replica è arrivata: “Non ricordo” ha detto Barbet di fronte agli uditori stupiti, visto che il documento porta all’ultima pagina proprio la sua sigla. Il primo cittadino non ricorda se ha firmato o meno un ricorso per bloccare un’azienda.
“Incredibile” per Di Silvio che allora non si è perso d’animo. La questione rovente è diventata infatti un ordine del giorno, firmata da tutti i colleghi di minoranza, il Pd con la capogruppo Paola De Dominicis, Lomuscio (escluso Simone Guglielmo perché assente), quindi il polo civico cioè Mauro De Santis, Mario Proietti e Mario Valeri, la Lega con Arianna Cacioni e Giovanna Ammaturo di FdI. L’ordine del giorno sarà discusso sempre nella seduta in corso oggi pomeriggio. La richiesta di valutare il ritiro del ricorso e intensificare i rapporti con la Regione Lazio e le parti per risolvere la problematica, si fonda su una fotografia: la presenza di oltre 25 imprese estrattive nell’area con più di 2000 lavoratori tra diretto e indotto. A pesare sono i preavvisi di diniego inviati l’anno scorso, “oggi sono numerosi i posti di lavoro a rischio a causa dell’incertezza delle autorizzazioni – scrivono i consiglieri – e molte cave sono in attività grazie alla modifica della legge regionale, e un tempo di 18 mesi che scadrà a aprile”. L’obiettivo è individuare la sintesi “tra la tutela del territorio e la conservazione delle attività e dei posti di lavoro”, in questo quadro Di Silvio con il resto dell’opposizione ritengono “impensabile” imporre uno stop alle autorizzazioni.
“Con questo ordine del giorno capiremo finalmente se il sindaco sta giocando o meno, serve chiarezza – commenta Di Silvio a margine del consiglio – vengono presentati ricorsi nei confronti di cave che ancora devono nascere, questo vuol dire una sola cosa, c’è la volontà ad andare contro le attività estrattive e Barbet deve avere il coraggio di dirlo. Non si può far finta di stare nel limbo e poi si firmano ricorsi”. Non resta che attendere la discussione e il voto in aula.
Gea Petrini
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