Un’azienda chiusa, ostacoli dal Comune di Guidonia al rinnovo delle autorizzazioni, aziende del travertino in crisi e 30 licenziamenti già effettuati: monta la protesta dei lavoratori. I sindacati hanno riunito oggi 200 operai del comparto in un’assemblea che dopo lo stato di agitazione apre la strada allo sciopero.
L’assemblea. Sono 500 i lavoratori del settore estrattivo più quelli dell’indotto. Più di 200 oggi pomeriggio si sono riuniti su chiamata delle organizzazioni sindacali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil negli spazi messi a disposizione dalla Str a Villalba. A scatenare la protesta, la “rigidità” del Comune – spiega Claudio Coltella, segretario generale della Fillea Cgil – scaturita dal fatto che “nel rinnovo delle autorizzazioni ci sono passaggi non definiti chiaramente”. Al sindacato non interessa entrare nelle maglie degli aspetti politici ma “l’effetto sulle aziende è che non possono proseguire l’attività e sono quindi costrette a licenziare”. Come sta avvenendo.
C’era stato l’impegno da parte del sindaco Michel Barbet a risposte “che non sono arrivate” ricordano Remo Vernile della Feneal Uil e Daniele Mancini della Filca Cisl, “questo è uno stallo che fa male e crea incertezza. Dobbiamo recuperare il valore dell’occupazione, non servono solo le autorizzazioni abbiamo anche un contratto scaduto a luglio scorso e non si parla di rinnovi”. Coltella si rivolge al Comune di Guidonia: “C’è da ripensare un settore e serve tempo. Ci aspettiamo dalle amministrazioni che ci diano questo tempo”. Assemblea aperta ai candidati, l’unico presente Valerio Novelli dei cinque stelle che si è impegnato a seguire le criticità del settore dalla Regione Lazio in caso di elezione.
La posizione dei sindacati. “Le vicende di questi giorni che vedono frapporsi lavoro e burocrazia – dicono le sigle in maniera unitaria – impongono una mobilitazione straordinaria di tutti per garantire un futuro occupazionale e di sviluppo per il territorio. Non possiamo né vogliamo entrare nel merito delle scelte politiche del Comune di Guidonia, dove di fatto si concentra l’attività estrattiva, ma oggi questa amministrazione ha la responsabilità di delineare una prospettiva di sviluppo del settore o determinarne la scomparsa. Ad oggi registriamo la chiusura di un’azienda – spiegano – e l’annuncio di altre avviate verso questa soluzione a solo danno dei lavoratori che non possono aspettare tempi migliori”. Mettono sul tavolo la linea d’azione i sindacati: “Elaboriamo un piano che ridisegni i processi produttivi coniugando estrazione, lavorazione, ambiente e legalità in un progetto organico e per certi versi innovativo di sfruttamento di una risorsa non rinnovabile ma che rimane una risorsa”. Diversi i tentativi di dialogo con l’amministrazione, ricordano Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, “purtroppo non abbiamo avuto ancora concreti segnali neanche di una parziale soluzione, abbiamo avuto solo rassicurazioni di un interessamento che potrebbe risultare tardivo rispetto al precipitare della situazione, lo è sicuramente per i 27 dipendenti della Cimep licenziati il 23 febbraio, nonostante la volontà espressa dai titolari di riprendere l’attività qualora si fossero sbloccate alcune pratiche di concessione bloccate dagli uffici comunali”. Non vogliono essere “pedine” i lavoratori per questo sarà chiesto un incontro agli imprenditori ma se non arriveranno dal Comune risposte concrete, scatterà “la manifestazione di protesta”.
Gea Petrini
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