Settimana di incontri per trovare una “soluzione” alle criticità che investono il settore estrattivo di Guidonia, i sindacati dopo un vertice con il Comune e un altro, ieri, con gli imprenditori, fanno il punto a fronte di giorni di pesanti polemiche. Mancata proroga del Comune alle aziende, scontri burocratici, lavoratori licenziati: è partita da questa spirale la mobilitazione dei 500 dipendenti diretti che attraverso Claudio Coltella (Fillea Cgil), Remo Vernile (Feneal Uil), Daniele Mancini (Filca Cisl), chiedono tutele e risposte. Prossimo passo la costituzione di un tavolo in Comune e in Regione.
“Gli incontri avuti con l’amministrazione comunale di Guidonia Montecelio, malgrado l’evidente sensibilità dimostrata per la problematica occupazionale, non hanno prodotto nessun risultato immediato, sono continuate le diatribe burocratiche tra imprenditori e ufficio cave del Comune, e solo dopo una burrascosa riunione delle commissioni congiunte di commercio e ambiente, è maturata la consapevolezza della necessità di affrontare il problema con determinazione e con tutti i mezzi a disposizione, e a tutti i livelli visto anche l’interessamento, che valuteremo nei fatti, di alcuni nei consiglieri regionali”.
Lunedì 12 marzo c’è stato il vertice con il Comune, “chiarite le incomprensioni iniziali e circoscritti gli ambiti di intervento – spiegano i sindacalisti – si è convenuto di aggiornare la riunione ad una data successiva all’insediamento del consiglio regionale, perché è di tutta evidenza che da soli non si riesce a risolvere un problema che insiste su questo territorio da decenni senza trovare soluzioni di lungo periodo. Si è inoltre convenuto sulla necessità immediata di intervento relativamente alle vertenze in essere o in via di apertura che già coinvolgono una cinquantina di lavoratori, stilando un report che individui la posizione di ogni singola azienda e contemporaneamente dare ascolto a quelle aziende, già in difficoltà, che dovessero aver trovato possibili soluzione ai loro problemi”.
Mercoledì pomeriggio invece l’incontro delle organizzazioni sindacali con il centro per la valorizzazione del travertino romano. “Negli interventi che si sono succeduti imperava preoccupazione e nervosismo alimentato dalle notizie sulle singole aziende vessate, a loro dire, da provvedimenti che mettono a rischio il proseguio dell’attività. La discussione ricca di spunti e proposte ha prodotto una sintesi propositiva che si riassume nella disponibilità, accompagnata dalla relativa richiesta, di istituire un tavolo tecnico in Comune per vagliare interventi concreti a salvaguardia delle attività e dell’occupazione, definendo procedure di più lungo respiro per il recupero ambientale del territorio in cui insistono le attività estrattive”.
“Siamo inoltre in attesa di ricevere la convocazione da parte di Unindustria Roma, non è pensabile infatti che questa vertenza di territorio non debba essere affrontata con la collaborazione di tutti, ma collettivamente facendo giocare alle rappresentanze il ruolo fondamentale di raccordo che diversamente disperde in mille rivoli le energie necessarie ad interventare un nuovo modo di estrarre, un nuovo modo di produrre, un nuovo modo di vivere un territorio ricco di storia, cultura e tradizione che interessi economici stanno dilapidando. I sindacati – concludono – nella gestione di questa problematica intendono impegnarsi ad essere parte attiva di questo processo, facendo da cerniera tra le diverse visioni e chiedono a tutte le parti in causa un’assunzione di responsabilità per la tutela dell’occupazione”.
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