di Virginia Gigliotti
Musica e fischi sotto al Comune di Guidonia Montecelio, più di trecento lavoratori delle cave in piazza per difendere il posto di lavoro. I sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato una giornata di sciopero con un presidio sotto al Comune in conseguenza del licenziamento di 50 lavoratori, relativi al mancato rinnovo delle autorizzazioni alle aziende. Il segretario generale della nuova Camera del lavoro territoriale di Rieti Roma Est Valle dell’Aniene, Luigi Cocumazzo, ha aperto con il suo intervento di fronte agli operai e sotto un cielo grigio: “Noi siamo quelli che l’ambiente lo vogliono difendere, ma è assurdo mettere in contrapposizione la difesa dell’ambiente, e quindi la salute delle persone, con la difesa dei posti di lavoro. Noi abbiamo lavorato per due anni, e il sindaco non ci ha seguito, alla costruzione di una proposta di legge che difendesse sia l’ambiente sia i posti di lavoro. Noi riteniamo che questo territorio abbia grandi possibilità di sviluppo perché il travertino romano da duemila anni rappresenta un ricchezza che non può essere buttata via”.
“Abbiamo bisogno di riposte subito, noi non possiamo aspettare. Le soluzioni ci sono, basta cercarle e impegnarsi nel ricercare quelle adatte a questo territorio, a volte basta vedere le esperienze che sono già state fatte in altri territori dove il ritombamento c’è stato. Devono fornire gli strumenti per qualificare questo settore, ma anche gli imprenditori devono metterci del loro, non posso fare quello che hanno fatto fino ad oggi, scavare i blocchi per portare le lavorazioni all’estero”, il commento di Claudio Coltella della Fillea Cgil. “Quello che chiediamo è la partecipazione da parte di tutti, non è facile decretare uno sciopero e far perdere soldi a dei lavoratori, ma non ci sono alternative. Il comune ha progetti fantasiosi, gli imprenditori hanno la possibilità di fermarsi, ma noi non possiamo permetterci di far mancare alle nostre famiglie lo stipendio a fine mese, perché noi di quello viviamo – ha concluso il sindacalista – per i provvedimenti che dovrebbero rilasciare le concessioni che sono già state approvate dalla Regione c’è una lentezza preoccupante, questo atteggiamento deve cambiare. Non possiamo più aspettare, il problema deve passare avanti nell’agenda del nostro Comune e deve essere fatto in maniera seria”.
La priorità è salvare il settore, lo ribadiscono Remo Vernile (Feneal Uil) e Daniele Mancini (Filca Cisl): “Vogliamo far capire alla politica l’importanza di questo settore che occupa ancora più di 1500 persone, che mangiano 2000 famiglie con queste attività. Qui tutti quanti riuniti a difendere il proprio posto di lavoro, le nostre famiglie e questo lo diciamo sia agli imprenditori che alla politica. Il lavoratore una volta perso il posto di lavoro avrà due anni di trattamenti ma poi se ne va a casa, e noi sappiamo fare questo, lavorare la pietra, non sappiamo fare altro, l’amministrazione comunale si deve prendere la responsabilità, non c’è una volontà seria di risolvere questo problema. Abbiamo tutti lo stesso intento, dare più forza a questo settore che produce il 5% del Pil regionale, non possiamo permettere che mandino tutti a casa”.
In piazza anche i consiglieri comunali del Pd, insieme ai colleghi del Polo Civico e a Noi Con Salvini. Le opposizioni a manifestazione appena iniziata hanno incontrato il sindaco Michel Barbet per chiedere un tempestivo intervento a salvaguardia dei posti di lavoro e di un settore cruciale per l’economia di questa area. “Da anni non si vedeva una piazza così piena, più di trecento persone hanno protestato sotto al Comune per chiedere che siano messi in atto strumenti concreti per difendere il lavoro. I rischi sono troppo alti dal punto di vista occupazionale e sociale”, dicono dal gruppo del Pd guidato da Simone Gugliemo. La minoranza ha avanzato suggerimenti al primo cittadino facendogli presente di coinvolgere, rispetto anche alla risoluzione della questione più complessiva in regione, anche il prefetto di Roma. Proprio l’opposizione è scesa insieme a Barbet quando il sindaco ha chiesto a una delegazione di 12 lavoratori di salire per un vertice in Comune. Lunga riunione in cerca di mediazioni.
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