Una pianificazione certa per il futuro, nuove prospettive innovative e sei richieste messe sul tavolo dal Centro per la Valorizzazione del travertino romano per rilanciare il settore del bacino di Guidonia Montecelio e Tivoli, che altrimenti rischia di essere “spazzato fuori dal mercato internazionale”. Un epilogo che sarebbe un “crimine”, visto che il travertino del distretto è unico al mondo per qualità della risorsa, tradizione e maestranze. Da questo parte Filippo Lippiello, a capo del consorzio, nel tracciare i contorni di una crisi che oggi ha tre origini: il mercato, l’emergenza della pandemia e la gestione amministrativa che non ha applicato le normative nazionali e regionali al settore estrattivo, causando ostacoli a ripetizione sulle autorizzazioni e i rinnovi. “Ma un rilancio, ne siamo convinti – ha detto Lippiello nel corso di un incontro con la stampa – non solo è possibile, è auspicabile”.
Autorizzazioni bloccate e poche certezze
Seppure ci sia stato un cambio di approccio da parte delle amministrazioni di Tivoli e soprattutto di Guidonia Montecelio, con cui i rapporti sono stati burrascosi, il pacchetto di criticità che gravano sulle aziende è pressoché immutato. E il nuovo contesto che si è aperto per tutte le imprese con la pandemia, con un autunno che si preannuncia feroce, diventa ancora più pesante per il comparto estrattivo. Lippiello lo dice chiaro e tondo, a settembre la situazione sarà delicatissima anche qui. Ecco perché serve subito un’iniezione di coraggio per superare le difficoltà. C’è stata una fase in cui Guidonia, effettuando “controlli in maniera difforme dalla normativa” ha innescato problemi sul fronte delle autorizzazioni e dei rinnovi per le cave. “Gli strascichi ci sono ancora oggi – ha detto Lippiello – ci sono difficoltà a stipulare le fideiussioni a garanzia del recupero ambientale, visto che le compagnie assicurative non essendoci i rinnovi delle autorizzazioni non hanno certezze”. Rinnovi che non arrivano perché – anche qui – c’è confusione da parte dell’amministrazione sul recupero ambientale. Nonostante terre e rocce da scavo siano previste dalla normativa nazionale, infatti, a Guidonia non è consentito usarle per il ritombamento. Su questo Lippiello vuole fare chiarezza: “Se oggi c’è un problema è perché le aziende hanno rispetto le regole, cioè non hanno riempito con terre e rocce da scavo esterne né con materiali di altra natura”.
E sulle fideiussioni: “Noi siamo stati truffati”
“Tutte le attività estrattive avevano le fideiussioni – ha continuato Lippiello – e sono state truffate o dalle compagnie o dal broker. Noi siamo stati truffati e vessati e mai si può dire che facciamo le polizze false, le subiamo”.
Il fronte tributi
Altro aspetto caldo è la controversia sui tributi. “Nell’ultimo regolamento sul debito tributario – ha spiegato il presidente del Cvtr – siamo l’unica categoria che non può rateizzare con l’ipoteca dei beni perché sostengono che il valore dei terreni delle cave è deperibile anche in sei mesi, eppure quando l’amministrazione deve prendere la tassazione prende molto. Una dicotomia che ci vede vittime di un sistema che non riesce a fare una programmazione per questo settore nonostante il travertino sia qui da 2000 anni e sia una risorsa unica al mondo”.
Le prospettive di rilancio
Gli imprenditori vedono la strada di uscita dalla crisi. “C’è ancora la possibilità di avere una visione per il territorio, i tavoli sono il presupposto, a noi serve una certezza temporale: 20 anni di pianificazione altrimenti siamo tagliati fuori dal mercato internazionale. Le previsioni di settembre e ottobre in generale sono catastrofiche, noi ci salviamo se c’è una prospettiva futura e se non vengono messe sbarre di ferro negli ingranaggi per non risolvere problemi che si possono superare. Mai come ora c’è coesione tra noi e i dipendenti, con loro abbiamo concordato il rilancio della filiera corta per ridare vita ai laboratori”.
Le sei richieste per sbloccare il futuro del settore estrattivo
Sei richieste per rendere reale un cambio di passo capace di portare sviluppo, investimenti, lavoro. Le ha elencate, sempre per il Cvtr, Vincenzo De Gennaro. “Noi stiamo tutelando gli interessi dell’intero territorio – ha detto in premessa – questo distretto è un fiore all’occhiello ma si sta perdendo di vista la vocazione di un territorio che ci invidiano in tutto il mondo. Le amministrazioni comunali hanno il dovere di valorizzare il travertino romano”. Ecco quindi da dove ripartire. Per le amministrazioni due richieste: completare il progetto di recupero ambientale e consentire l’ingresso di terre e rocce da scavo. Poi maggiori risorse per le forze dell’ordine, e alla Regione Lazio di “rendere più snelli i procedimenti amministrativi delle autorizzazioni e accelerare l’accordo di programma”. C’è infine “un appello alle compagnie assicurative cadute nella trappola della confusione e della disinformazione, le polizze sono strumenti di garanzia e noi siamo i primi a metterci la faccia”. Gli imprenditori vogliono essere protagonisti di un piano innovativo per il post, per le prospettive di questa area.