Slitta a domani la discussione e la votazione del testo sulle cave della Regione Lazio, nato per rispondere all’emergenza di Guidonia Montecelio. Una giornata di alta fibrillazione in Aula dove è in discussione la legge per la semplificazione e lo sviluppo regionale, giornata andata avanti tra emendamenti e sospensioni ripetute per le trattative politiche, visti i numeri ballerini sui quali conta Nicola Zingaretti. Si riaprono le danze domani mattina alle 10, mercoledì 19 sarà quindi un ennesimo giorno di attesa per i lavoratori e le aziende del settore estrattivo della terza città del Lazio. La nota aggiuntiva alla legge, proposta dalla Giunta regionale – su indicazione s’intende dell’assessore competente Gian Paolo Manzella – dovrebbe in teoria traghettare Guidonia fuori dall’incubo della chiusura delle cave, due già colpite da revoca dall’amministrazione locale targata cinque stelle: più di cento licenziati e 2000 lavoratori in tutto, tra diretto e indotto, che aspettano con il fiato sospeso. Una partita diventata regionale, vista la contrapposizione senza sbocchi che va avanti in città dove gli operai intanto continuano a dormire in piazza nelle tende. Eppure la via d’uscita, nonostante gli spiragli e le indiscrezioni circolate nelle ultime 24 ore, non è affatto dietro l’angolo, anzi. Da quanto trapela dalle stanze regionali, il testo che andrà domani in discussione e al voto nella sua forma non tutela i posti di lavoro, non è contenuta infatti alcuna soluzione per l’emergenza e i licenziamenti già in atto. Non resta che aspettare la campanella di avvio della seduta, intanto è stata spostata al 25 l’audizione degli imprenditori che dovevano essere ascoltati domani mattina nella riunione congiunta delle commissioni ambiente e attività produttive. Invece, si andrà in aula, sotto un cielo nero.
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