Home città Guidonia Calcio. Montecelio, la squadra lascia il Fiorentini. Il presidente Piervincenzi: “Sono deluso, ma non c’è altra soluzione”

Calcio. Montecelio, la squadra lascia il Fiorentini. Il presidente Piervincenzi: “Sono deluso, ma non c’è altra soluzione”

Calcio. Montecelio, la squadra lascia il Fiorentini. Il presidente Piervincenzi: “Sono deluso, ma non c’è altra soluzione”

di Alessandro Galastri

Quello che i tifosi cornicolani temevano, adesso è diventato ufficiale. Il Montecelio Calcio da domenica prossima giocherà le partite casalinghe del campionato di Eccellenza lontano dal ‘’Fiorentini’’, campo del paese. il Comune di Guidonia infatti gestito da due mesi dal commissario prefettizio Giuseppe Marani, non ha autorizzato l’apertura dell’impianto al pubblico, e la squadra sarebbe stata costretta a giocare senza i propri tifosi per tutto l’arco della stagione. Da qui la decisione del presidente dei gialloblù Emilio Piervincenzi di far disputare gli incontri interni del club presso il Panichelli di Tor Bella Monaca. Ma anche qui manca ancora l’autorizzazione per l’accesso dei tifosi, con la gara in programma domenica tra Montecelio e SFF Atletico che a meno di clamorose sorprese si disputerà anch’essa a porte chiuse.

Grande amarezza nel paese, tra i tifosi storici del Montecelio Calcio, che attualmente rappresenta la maggiore espressione calcistica a Guidonia, con la gente del posto che si vede così privata di un simbolo di appartenenza e di un legame forte che durava ormai da tempo. Dopo quattro anni in cui il Comune di Guidonia aveva sempre concesso l’autorizzazione per l’ingresso di un massimo di 200 spettatori, quest’anno tra lo stupore generale ha deciso di negare l’ingresso ai sostenitori locali per motivi di ordine pubblico.

“Dire che sono amareggiato e deluso è poco – spiega il presidente Piervincenzi – Quello che il Comune ci ha negato ha dell’incredibile, non è stato consentito di assistere al pubblico spettacolo. Dopo che per quattro stagioni ci era stato dato l’ok a seguito della perizia eseguita dall’architetto Luzi, da quest’anno il commissario non se l’è sentita di prendere una decisione, evidenziando in maniera palese il caos che regna all’interno del municipio di Guidonia. Un vero motivo tecnico della chiusura dell’impianto al pubblico ancora non mi è stata data. Mi dispiace per quei tifosi sempre presenti in questi anni, quei 50 fedelissimi che ci hanno sempre seguito e con cui si era instaurato un rapporto stupendo dal punto di vista umano. Eppure avevo risistemato la segreteria, le panchine, gli spogliatoi, tutto a spese mie, per passione di questo sport, senza che il Comune tirasse fuori un euro. C’ho rimesso tanti soldi, ma a tutto c’è un limite. Ci tengo a precisare inoltre che non ho un solo centesimo di debito, perché la nostra è stata sempre una gestione oculata e attenta ai bilanci. Ero disposto a migliorare ulteriormente la struttura, ma puntualmente mi è stato impedito dalle autorità locali e da un paese che, tolti quei pochi appassionati di cui parlavo, non è adatto per fare calcio. Basti pensare alle bottiglie di vetro e ai pezzi di cartone che ritrovavamo all’interno dell’impianto ogni mattina, segno che la riconoscenza e la voglia di crescere come associazione sportiva non fanno parte della cultura di Montecelio. Mi dispiace, ripeto, ma è una decisione irremovibile, visto che la riconoscenza non regna da queste parti. Addirittura avevo fatto la richiesta dell’utilizzo del campo a porte aperte da tre mesi, e questa mi è stata negata il giorno prima della scadenza, senza che io avessi la minima possibilità di apportare eventuali correzioni o migliorie. Purtroppo l’Italia è questa”.

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