di Gea Petrini
“Siamo di fronte al fallimento dell’amministrazione Rubeis”. A pochi giorni dal consiglio comunale di Guidonia Montecelio sul Bilancio nel quale si deciderà il destino del governo di centrodestra, in un clima dal tocco surreale che sta attraversando gli ambienti della politica, è il consigliere comunale del Pd Domenico De Vincenzi a tirare le somme di una fase caotica. Con il pallottoliere che fa fumo, e fior di notabili impegnati nei conti, si perde dieci a undici, no ci sarà il pareggio, i dissidenti si astengono o votano contro, è una clessidra che sembra infinita e porta dritta al 27 maggio ore 9 quando ci sarà l’appello in aula. Il partito democratico sarà presente, ogni sedia occupata, lo assicura De Vincenzi tra i pronostici. “Una settimana decisiva, assistiamo dopo due anni dalle elezioni al fallimento dell’amministrazione Rubeis, ormai tutti i limiti di questo governo sono venuti fuori con una maggioranza implosa. Nonostante il sindaco sia agli arresti domiciliari da quasi un anno, era il 20 luglio 2015, la scelta di non dimettersi a questo punto appare ininfluente, sarà la sua stessa maggioranza a decretare la fine”.
Nel 2014 il Pd perde al ballottaggio e Eligio Rubeis torna a governare la terza città del Lazio. Una campagna elettorale che De Vincenzi conosce e ricorda bene, d’altronde ne è stato il leader. Giusto in queste ore, a ridosso del secondo anniversario, il democrat pubblica su facebook foto di quella stagione, le mani alzate con Nicola Zingaretti in pineta, simbolo di una fase che ha causato non poche notti insonni. Dopo la sconfitta, il Pd è tornato all’opposizione, da lì parte l’ex candidato sindaco: “Da due anni denunciamo i limiti di questo governo, e credo sinceramente che un lungo periodo di commissariamento ci farà bene. Capiremo quello che è accaduto in questi anni, vista la difficoltà continua nel vedere le carte. Se si scioglierà il consiglio, finalmente a Guidonia si respirerà un’aria diversa e sarà poi compito del commissario verificare gli atti”.
Tutto dipende dai dissidenti che in maggioranza potrebbero essere determinanti. Di Aldo Cerroni non dice nulla, “dimettendosi da Presidente ha già chiarito la sua scelta contraria”, è sui tre forzisti che si concentrano le riflessioni: “Ritengo che calerà il sipario, a meno che coloro i quali oggi assumono una posizione critica non lo facciano per interessi personali. Ma se le ragioni del dissenso sono politiche, e io lo penso, allora il consiglio è sciolto. Credo nella buonafede di Mario Valeri, Anna Maria Vallati e Stefano Sassano e che la loro sia una posizione politica, finalmente hanno capito che questa amministrazione comunale ha fallito”.
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