L’asso nella manica da giocare in caso di un (improbabile) pareggio, i rumors si sono rincorsi per giorni, ma nessuno a dire la verità voleva crederci davvero. E invece a Guidonia Montecelio, terza città del Lazio, accade che il governo rimasto senza numeri per l’approvazione del Bilancio, si sia rivolto direttamente ai piani alti del ministero per un parere. Lo scopo? Permettere al sindaco facente funzioni Andrea Di Palma di votare nella seduta cruciale per la sopravvivenza della compagine.
Non eletto – Assessore e vicesindaco, mai passato dal voto dei cittadini (in più di un decennio di permanenza nel Palazzo prima con il centrosinistra e poi con il centrodestra), l’uomo della Cultura, dei festival e del teatro, è nominato in Giunta l’ultima volta nel 2014 da Eligio Rubeis. Ma una volta che il sindaco è finito ai domiciliari (luglio 2015), Di Palma viene promosso al vertice per volontà del Prefetto. Così diventa il “facente funzioni”, e secondo quel che resta di una coalizione ridotta ai minimi termini potrebbe esserlo fino in fondo. Alzando cioè la mano in consiglio comunale come se fosse davvero il sindaco eletto dal popolo.
Mosse estreme – Sia chiaro, viene da strabuzzare gli occhi e chiedersi se non sia in corso a Guidonia Montecelio una puntata di Matrix. Eppure dopo averlo bisbigliato in ogni corridoio, e aver ventilato l’ipotesi in quelle riunioni a porte stra-chiuse, la questione è realtà. Non esiste nulla di scritto ma se in aula si dovesse prospettare una situazione di parità tra favorevoli e contrari al Bilancio, il centrodestra sarebbe pronto a far votare anche il vice-sindaco-facente-funzioni Di Palma, forzando la mano e poi si vedrà. Una mossa da sferrare quindi solo se crollerà il fronte dei quattro dissidenti composto dai tre forzisti Stefano Sassano, Anna Maria Vallati, Mario Valeri più il civico Aldo Cerroni, oggi schierati compatti sul “no”.
E c’è sempre il calcio – I cinque più votati di Forza Italia nel 2014 sono dimessi o contro il governo, la coalizione è in frantumi, il sindaco è agli arresti da quasi un anno, eppure le operazioni si fanno ancora per la sopravvivenza. Senza tralasciare nulla, compresa la convocazione del fatidico consiglio programmato per lunedì 13 giugno alle 19. Un orario inconsueto per il Comune, ma proprio quella sera alle 21 c’è la partita dell’Italia. Insomma, la speranza che qualcuno vada via per seguire la nazionale è pur sempre qualcosa. L’ultima spiaggia in caso è la seconda convocazione, il 15 giugno. Intanto nelle stanze in queste ore non ci si ferma dall’elaborare ogni strategia possibile.
Gea Petrini
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