Home Politica Andreani, caccia a 30 milioni di euro. Per un terzo delle cartelle scatta il ricorso

Andreani, caccia a 30 milioni di euro. Per un terzo delle cartelle scatta il ricorso

Andreani, caccia a 30 milioni di euro. Per un terzo delle cartelle scatta il ricorso

 

È stata un’odissea fatta di numeri, avvisi di pagamento e chi più ne ha più ne metta quella che ha visto protagonista la Andreani Tributi, società maceratese a cui è affidata la riscossione delle cartelle relative alla tassa sull’immondizia non pagata antecedente all’anno 2012. A raccontare il lavoro, che attualmente è ancora in corso d’opera anche se per poco, visto che il contratto scade alla fine di maggio, come ha tenuto a precisare l’amministratore unico di Asa spa, l’ingegner Francesco Girardi, qualche settimana fa, una serie di cifre su cui sarebbe bene aprire una riflessione. La tabella delle attività svolte dall’azienda è finita nero su bianco nel piano finanziario per l’anno in corso prodotto dalla stessa Azienda speciale ambiente, la municipalizzata che ricordiamo si occupa di gestire il servizio di raccolta di rifiuti in città.

 

Più di 10mila gli avvisi di accertamento emessi, mentre i ricorsi pendono su 8 milioni di euro

Carte alla mano, siamo a pagina 48, sono stati emessi dal 2012 10.048 avvisi di accertamento, per un totale di 29 milioni 477.805,13 euro. Una cifra interessante se legata a tutte le altre, come quella degli avvisi per cui è stato promosso un ricorso, 134 per 8 milioni 357.349,14 euro. Il computo economico potrebbe apparire sproporzionato, sensazione che viene meno se si pensa che alla fine a contezioso sono finite principalmente le cosiddette maxi cartelle. Consistente anche il numero degli avvisi rettificati, su cui in città si è parlato molto: si tratta di 1.178 per 6 milioni 446.409,97 euro. E i pagamenti arrivati a dama? Anche in questo caso la tabella prodotta ha una risposta, nella fattispecie si tratta di 5.523 avvisi per 5 milioni 998.901,53 euro, per cui vale la pena ricordare anche l’aggio percepito dalla Andreani del 26,5%. In questi mesi in realtà la politica non è rimasta proprio con le mani in mano e si è parlato parecchio del compito svolto dall’azienda, tra contenziosi legali e dubbi sulla liceità dell’operazione.

 

Capobianchi: “Fatta un’azione vessatoria e approssimativa”

Dubbi su cui pone l’accento anche il gruppo di Alleanza per Tivoli: “L’Asa Spa non era titolata a pubblicare il bando poi aggiudicato all’Andreani Srl e, in ogni caso, eventuali risultati positivi o negativi non possono certo giustificare questa magagna.  Infatti, il costo del servizio della nettezza urbana è coperto interamente dalle fatture della Tari, emesse in base al piano finanziario preparato dall’Asa Spa e approvato dal Comune -. Dice Marino Capobianchi, in rappresentanza del gruppo –  Azioni inerenti all’evasione e agli accertamenti sono in carico al Comune e le eventuali entrate sono del Comune e non di altri. Premesso questo, i risultati definitivi non si conoscono ma di certo l’azione, anche per esperienza diretta della nostra Associazione, è sembrata approssimativa e vessatoria verso gli utenti. Tra l’altro, non è chiaro dove sono andati, e dove vanno, a finire i soldi incassati dall’Andreani Srl. Di certo, il 26% va all’Andreani stessa. Il resto? Non vorremmo che andassero a coprire i buchi causati dalle mancate riscossioni dell’Asa e del Comune, affidate ad Equitalia, per soddisfare nuovamente la scelta del Sindaco e della maggioranza per cui chi paga, paga due volte, chi non paga è sanato e chi non riscuote è “scusato”. Il tutto in barba alla trasparenza”.

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