C’era una volta spelacchio, il mitologico albero di Natale romano griffato dalla giunta Raggi, che a causa della sua bruttezza divenne famoso praticamente in tutto il mondo. A fargli concorrenza l’addobbo scelto dal Comune di Tivoli per il suo Alberone, iconica pianta che troneggia all’entrata di Tivoli e che per decenni è stato luogo di scambio e incontro delle generazioni più giovani, che lì si davano appuntamento ogni giorno dopo la scuola e i compiti. Le illuminazioni scelte sono sempre state oggetto di attenzione, proprio in virtù del legame affettivo con la città, e la scelta fatta in occasione delle ultime festività ha destato qualche perplessità, per utilizzare un eufemismo. I rami, infatti, sono stati decorati per metà, solo la parte inferiore, con conseguente tormentone social di ordinanza sui motivi di una scelta decisamente bizzarra. Bizzarro è anche l’esito di questa storia: non solo l’Alberone non ha mai visto completate le operazioni di allestimento natalizio, ma le palle luminose sono tutte lì, l’ultima foto che circola sui social è di ieri sera (17 gennaio). Immagini che stanno destando polemiche anche da parte delle forze politiche che hanno sottolineato la questione tra il serio e il faceto, come Partecipazione Popolare. “Si sta come d’autunno sull’alberi le luci”. Il 17 gennaio secondo il calendario gregoriano, si ricorre la festività di Sant’Antonio Abate e indica le festività natalizie ormai passate, concluse con la festa dell’epifania… A Tivoli invece ancora no… L’alberone non si accende e si addobba l’8 dicembre con la festività dell’immacolata e come si può vedere non si conclude il 6 gennaio con la festività dell’Epifania”. Magari si aspetta la fine del Carnevale.