Sembra una favola di Dickens, quella in cui c’è un cattivo che poi cattivo non è ma è la vita che ha fatto ad aver reso il suo cuore di pietra, che compie una serie di azioni poco edificanti ai danni dei più deboli e indifesi. Peccato che stavolta non intervenga nessun fantasma del Natale passato, presente e futuro a indicare la via della redenzione ma, contrariamente a quanto ci si possa aspettare, nell’epoca in cui tutti dovremmo essere più buoni e comprensivi se non fosse altro per la congiuntura mondiale, ecco che arriva il colpo gobbo ai danni dei più fragili. Succede a Tivoli, la Città di Don Bosco a cui è dedicata l’attività del Villaggio, fiore all’occhiello del paese che crede nelle possibilità per tutti, dove si decide di vietare l’elemosina, anzi per essere più precisi “l’accattonaggio molesto”. Sembrava uno scherzo di cattivo gusto, una mala interpretazione dei fatti e invece non è così.
Il regolamento di polizia urbana e l’attacco del Pd: “Provvedimento anti-poveri”
La questione è stata affrontata nel corso dell’ultimo consiglio comunale, quello di venerdì scorso, quando è stato posto in votazione il regolamento della polizia urbana, dove al punto “n” tra le cose che non si possono fare, pena sanzione, c’è “raccogliere questue ed elemosine per qualsiasi motivo causando disturbo ai passanti”. No, nessun errore, non strabuzzate gli occhi, è proprio così, c’è una forma di “accattonaggio molesto”, come si legge nella nota diffusa dal Municipio cittadini ieri, che stona con la Tivoli da bere e che quindi va perseguita a norma di legge. Il regolamento, passato nelle commissioni preposte prima di giungere in aula, ha visto il lavoro congiunto di Gabriele Terralavoro, consigliere e uomo forte della maggioranza proiettiana, e Costanzo Periotto, consigliere incaricato dal sindaco per la polizia locale, che hanno così dato vita ad una sorta di vademecum per “tutelare la convivenza civile e la qualità della vita”.
In realtà a ben vedere qui di civile non c’è poi molto anche se lo stesso Sindaco, Giuseppe Proietti, ha precisato che nessuno alla fine si è inventato nulla ma ci si è solo limitati a seguire la legge. Una replica la sua nata come risposta alla campagna social avviata dal Pd tiburtino e regionale, intervenuto a colpi di post e con una nota stampa congiunta di Marco Vicenzi, capogruppo dei dem a La Pisana, e Bruno Astorre, segretario regionale del partito. “Il sindaco di Tivoli dà vita a un provvedimento anti-poveri che smaschera, se ancora ce ne fosse stato bisogno, la vera anima del ‘civico’ Proietti: nel più perfetto stile delle peggiori destre, quelle intolleranti e ipocrite, il sindaco tiburtino vuole vietare l’elemosina, multando coloro che vengono trovati a chiedere pochi euro per sopravvivere”, hanno fatto sapere in una nota congiunta.
“Un atto che, inserito in un regolamento che si occupa anche di decoro urbano, equipara i poveri ai rifiuti illegalmente abbandonati per strada oppure ai panni stesi alle finestre. ‘Cose’ che infastidiscono i ben pensanti, i bravi cittadini e non persone che non siamo capaci di integrare nel tessuto sociale, lavorativo, economico. Invece di vietare questa piccola forma di richiesta d’aiuto e di solidarietà, il sindaco di Tivoli dovrebbe preoccuparsi di rafforzare le politiche sociali di sostegno e integrazione del suo Comune, in modo di aiutare le persone in difficoltà, certamente non punirle”.
La replica del Sindaco: “Il Pd dice cose non vere”. E richiama il Decreto Sicurezza
Una lettura dei fatti che non è piaciuta al primo cittadino che ha giustificato la norma richiamando quella nazionale legata al Decreto Sicurezza di due anni fa: “Il Partito democratico di Tivoli dice cose non vere. Con il regolamento approvato ieri in Consiglio comunale è, invece, vietato raccogliere elemosine che causano disturbo ai passanti, ciò significa, per i meno attenti, che la fattispecie rilevante è unicamente l’elemosina effettuata con modalità moleste, ciò in piena conformità a quanto previsto dall’art. 669 bis del codice penale. Tale norma è stata introdotta dal “decreto sicurezza” del 2018 convertito dalla legge 1.12.2018 n.132 (e lasciato in vigore nel decreto legge n.130 del 21 ottobre 2020 con cui l’attuale Governo Pd ha modificato altri aspetti dei decreti sicurezza). Questa condotta penalmente rilevante, correttamente e doverosamente recepita dal regolamento della polizia urbana, consiste nell’elemosina effettuata con modalità che nulla hanno a che vedere con la carità ma che, piuttosto, s’identificano con l’accattonaggio vessatorio, quell’attività che il dizionario italiano definisce “chiedere elemosina in forma molesta” e che, lo ripetiamo ancora una volta, il nostro vigente codice penale ritiene reato. Solo e unicamente in tale forma, con il regolamento approvato ieri, lo vietiamo a Tivoli”.
La petizione su change.org: “Offensivo nella Città di Don Nello del Raso”
Il malcontento intanto non si ferma, anzi, dilaga sulle piattaforme social e non solo. A partire pure una petizione (http://chng.it/CkpTdzrk) contro il provvedimento ritenuto “offensivo nella Città di Don Nello del Raso”, in quanto contrario “alla solidarietà e al buon senso”. “Tivoli, città storicamente democratica e solidale non merita questo trattamento”.
A reagire con forza anche Cgil Rieti Roma Eva, Cisl Roma Capitale e Rieti e Uil di Roma e del Lazio: “Gravissima la scelta politica del Sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti, di vietare ed in caso sanzionare con ammenda economica le persone che, causa il loro stato di povertà assoluta, chiedono l’elemosina o comunque un aiuto ai loro concittadini nella città di Tivoli. La risposta della maggioranza al grido di dolore dei cittadini /elettori che in questo momento anche e soprattutto a causa della crisi socio-economica legata al Covid 19 sono in difficoltà, è stata semplicemente quella di tappare loro la bocca. Il nuovo Regolamento della Polizia Locale, non solo è odioso, ma anche lesivo della dignità di chi vive una condizione di fragilità determinata dal proprio stato economico e sociale che certamente non si sono scelti”.