GUIDONIA – Via libera per il ritorno a Guidonia all’affresco del Cristo Benedicente, trafugato 38 anni fa dalla chiesetta rupestre di Marco Simone (antichissimo luogo di culto sotterraneo venuto alla luce nel 1972) e rispuntato incredibilmente l’anno scorso nel catalogo di una casa d’aste negli Stati Uniti, messo in vendita dagli ignari proprietari. Ora la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio ha chiesto ufficialmente che il pregiato prezzo, risalente al XII secolo, sia accolto nella collezione del museo archeologico “Rodolfo Lanciani” di Montecelio. Lo specifica un provvedimento di Palazzo Guidoni che, anche per questo, dispone che lo spazio espositivo si allarghi anche al primo piano del complesso monumentale del San Michele. L’ok al ritorno del Cristo Benedicente è arrivato anche da dai carabinieri del comando Tutela patrimonio culturale che lo hanno recuperato grazie ad una brillante operazione diplomatica: l’acquisto in buona fede a distanza di più di trent’anni dal furto rendeva il lavoro molto complicato. Decisivo il lavoro degli uomini della sezione Antiquariato che, alla fine, dai proprietari hanno ottenuto la restituzione del Cristo Benedicente che così è potuto tornare in aereo da Atlanta. Al museo di Montecelio è stato assegnato anche l’affresco dell’Agnello Pasquale, anch’esso rubato dalla chiesetta nella stessa occasione e successivamente recuperato.
E LA CHIESA SOTTERRANEA RIMANE NEL DEGRADO. Prima di essere una chiesetta fu, secondo gli studiosi, un Mitreo, cioè un luogo di culto pagano dedicato al dio Mitra, importato dalle regioni persiane a partire dal I secolo a.C. e attivo ancora almeno per altri quattro secoli. Ha quindi origini antichissime il sito, che però rimane abbandonato ed esposto all’opera distruttiva del tempo.
LA STORIA. Da chiesetta rupestre dedicata a San Nicola a Mitreo, molto simile per caratteristiche a quello di Sutri considerato il più ricco di elementi simbolici. Una grotta naturale nella zona di Marco Simone (in area privata) in cui la chiesa cristiana sarebbe una sovrapposizione al culto pagano. Le tracce del Mitreo ancora chiare: i podi laterali, gli affreschi a sfondo bianco sulla volta, le stelle rosse, il pozzo di luce sull’altare, il foro sul pavimento in corrispondenza di una probabile stele di marmo raffigurante l’uccisione rituale di un toro. La chiesetta era stata scoperta nel 1972. Fu protetta da inferriate ma ciò non impedì, sei anni dopo, ai ladri d’arte di entrare in azione: staccarono dalle pareti il Cristo Benedicente e l’Agnello Pasquale. (4 maggio 2016 – www.lavocedelnordestromano.it) Red
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