Le clessidra scorre, la data delle elezioni ancora non c’è, ma i seggi si apriranno tra fine maggio e i primi di giugno. A Guidonia Montecelio il clima è surreale che di più non si può, con il Pd che si è preso una settimana di tempo in più facendo slittare le primarie al 9 aprile, i Cinque Stelle in campo con un candidato sindaco che va a farsi conoscere nei mercati con tanto di incontro motivazionale per fare squadra (almeno così sembrava nelle foto in mezzo al verde, mani tese e bende sugli occhi), una miriade di liste civiche più o meno note, di cui quattro alleate ma senza ancora un leader, insomma, in questo scenario poi c’è il centrodestra, dove si combattono mille battaglie. La settimana scorsa si è conclusa con un vertice di Forza Italia dove il neo asse tra Mazza e Sassano ha spiazzato i rubeisiani con la proposta dell’ex presidente del tribunale di Tivoli, Bruno Ferraro. Idea alla quale anche l’area dell’ex sindaco ha detto sì, pur se “nel rammarico” di doversi affidare a un esterno. La candidatura andrà veramente in porto? Intanto manca ancora la disponibilità del diretto interessato, le diplomazie sono al lavoro nel cauto scetticismo dei potenziali alleati. Per Fratelli d’Italia valutazioni su Ferraro sono premature, Alessandro Messa lo descrive come “un profilo prestigioso, un gentiluomo”, ma ogni giudizio politico arriverà solo quando gli azzurri ufficializzeranno l’indicazione nel tavolo provinciale. Il criterio dal quale parte FdI è la necessità per Guidonia di “avere un sindaco espressione del territorio”, ma le idee saranno tutte prese in considerazione. In quel consesso con i segretari provinciali e relative delegazioni, il partito della Meloni “avanzerà un solo candidato” spiega Messa, spazzando via i rumors di spaccature interne con Marco Bertucci, “la sintesi è già stata trovata e non ci sono divisioni, Fratelli d’Italia ha le idee chiare, sembriamo silenti solo perché non ci interessa la politica da salotto e non vogliamo entrare nelle dinamiche interne agli altri partiti. E’ importante confrontarsi, non c’è solo Forza Italia, non è la locomotiva della coalizione, un discorso va intrapreso con Noi con Salvini”. Una fotografia ben diversa da quella scattata dai retroscenisti che vedono Bertucci pronto a una lista civica in caso il candidato sia proprio Messa. A meno che certo l’accordo invece non sia stato davvero raggiunto. redpol.
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