Alessandro Galastri
Flavio Trombetta, prima esperienza in Prima Categoria e subito valanghe di gol. Ti aspettavi questo impatto?
Questo è il mio primo campionato in Prima Categoria e sinceramente non mi aspettavo di ritrovarmi dopo 19 giornate a quota 18 gol. Nelle ultime due stagioni di Promozione ho realizzato tra campionato e coppa 26 reti sia col Subiaco due anni fa che col Guidonia lo scorso anno. Sarei molto contento se quest’anno riuscissi a superare questa soglia, tenendo presente però che il mio obiettivo principale è quello di chiudere il campionato nelle prime due posizioni, il che ci consentirebbe di salire di categoria.
Che differenza hai trovato rispetto alle altre categorie?
Questo è il mio quinto campionato tra i “grandi” dopo tanti anni di settore giovanile. Ho fatto un anno di serie D, uno di Eccellenza e due di Promozione ed ora eccomi in Prima. Le categorie dilettantistiche le ho fatti quasi tutte e posso dire che man mano che si scende le cose cambiano sempre di più, a partire dagli allenamenti settimanali fino all’organizzazione delle società. La cosa che si nota di più secondo me è la differenza di ritmo durante le partite dovuto in gran parte dal numero e dagli orari degli allenamenti. Sicuramente la Prima Categoria è più facile rispetto alle altre categorie, ma il nostro girone presenta cinque o sei squadre che di certo non sfigurerebbero in Promozione.
Come ti trovi con questa squadra e con il mister Mariani? Vista anche la leggera flessione del Poli credete nella vittoria finale?
La scelta di scendere in Prima è stata determinata in gran parte dal fatto che conoscessi il mister e gran parte degli elementi della rosa con cui già avevo giocato negli anni precedenti. Sono stato colpito poi dal progetto dell’Estense e dalla serietà dei membri della società che mi hanno accolto nel migliore dei modi e che non ci fanno mai mancare nulla. Si è creato un bellissimo gruppo composto da grandi giocatori, quindi l’obiettivo minimo è quello di arrivare tra le prime due. Vista la leggera flessione del Poli e la nostra striscia di dieci risultati utili consecutivi speriamo di raggiungere la prima posizione.
Tu hai giocato con le giovanili della Lazio, poi ti sei un po’ perso per strada pur essendo ancora abbastanza giovane. Come mai? Perché tanti ragazzi promettenti e di valore faticano ad emergere in Italia?
Sicuramente dopo 9 anni di settore giovanile nella Lazio, dagli Esordienti fino alla Primavera, se qualcuno mi avesse detto che a 24 anni mi sarei ritrovato in Prima Categoria avrei fatto fatica a credergli, però il calcio come la vita è imprevedibile. Arrivato a un certo punto della mia vita ho preferito mettere lo studio davanti al calcio, perché mi ero reso conto che il pallone non poteva garantirmi un futuro sicuro. Oggi non ho rimpianti e sono soddisfatto delle scelte che ho fatto perché saranno sempre esperienze di vita che porterò con me. Emergere in Italia è molto difficile vista la quantità di stranieri presenti nei settori giovanili e il gran numero di atleti che praticano questo sport. Di quelli che giocavano con me in serie A sono arrivati solo Cavanda e Onazi, non a caso due stranieri.
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