Home Cronaca Guidonia, il Comune: il teatro chiude, non ci sono soldi. Sfrattati i gestori: “Noi non ce ne andiamo”

Guidonia, il Comune: il teatro chiude, non ci sono soldi. Sfrattati i gestori: “Noi non ce ne andiamo”

Guidonia, il Comune: il teatro chiude, non ci sono soldi. Sfrattati i gestori: “Noi non ce ne andiamo”

Cinque giorni di tempo per riconsegnare le chiavi, sono stati sfrattati Gennaro D’Avanzo e Anna Greggi insieme a tutto il team che tiene in vita l’Imperiale. Una comunicazione di piombo dal Comune: il teatro chiude, non ci sono i soldi per avviare la stagione. I due direttori della struttura che ha ripreso vita nel 2014 dopo un lungo restauro, sono pronti alle barricate: “Noi non ce ne andiamo”.
Un colpo che l’associazione di D’Avanzo (mente artistica che dirige il teatro) non intende accettare. L’anno scorso hanno vinto il bando al costo di 180mila euro lordi per il Comune, e l’impegno di versare però il 35% degli incassi all’amministrazione. Di quella somma, sono arrivati in realtà ai gestori dell’Imperiale solo 13.500 euro, mentre loro ne devono 32mila al Palazzo. Nonostante le fatture mai liquidate, le compagnie sono state pagate, così come lo staff. “Anna Greggi ha anticipato 82mila euro suoi”, spiega D’Avanzo, per una stagione che dice essere stata un successo con 6mila spettatori, 20mila considerando le attività extra cartellone. A maggio l’amministrazione Rubeis guidata dal facente funzioni Di Palma – che era anche assessore alla Cultura – dà il via libera alla nuova proposta per la stagione 2016-2017, che da previsioni costerà il 5% in meno rispetto all’anno appena trascorso. “Ci viene scritto, il vostro progetto ci piace”, aggiungendo che si attende per l’impegno di spesa l’approvazione del Bilancio. Tant’è che con l’assicurazione formale, una determina di approvazione della stagione del 12 maggio, “noi andiamo avanti – dice il direttore – chiamiamo le compagnie, vendiamo abbonamenti che attualmente sono 380. Ci viene autorizzata persino l’affissione pubblica dei manifesti”. Il governo cade, e arriva il commissario prefettizio. “Nel nostro primo incontro ci chiarisce, sono venuto per aprire non per chiudere, il teatro resterà aperto. Quindi noi procediamo. E il 29 settembre invece arriva la lettera con cui il dirigente ci dice che dobbiamo andare via perché non ci sono soldi nel Bilancio. E’ gravissimo e noi non ce ne andremo, il commissario ha l’obbligo morale di mantenere i suoi impegni”. Un avvocato è stato incaricato di rispondere al Comune, l’associazione di D’Avanzo si oppone alla cacciata e intima anzi all’amministrazione del commissario di versare i 165mila euro ancora dovuti dell’anno scorso. Con il Bilancio da approvare, il buco nelle casse pubbliche miete un’altra vittima, e si chiama cultura. E’ Anna Greggi a sintetizzare, “il teatro senza di noi andrà in malora”.

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