Bisogna “avere il coraggio di rompere gli schemi”, Kevin Bernardini segretario provinciale dei Giovani Democratici e esponente del Pd di Guidonia Montecelio è in campo per Elly Schlein nelle primarie del partito democratico che domenica 26 febbraio coinvolgeranno anche i non iscritti della elezione del segretario nazionale. “Smettiamo di essere tifosi – dice Bernardini – e ritorniamo ad essere militanti, qualsiasi sarà il verdetto di queste primarie”.
Il Partito democratico viene da un’altra recente sconfitta elettorale alle regionali del Lazio. Le primarie per la scelta del segretario nazionale cosa rappresentano?
Purtroppo, sia nel Lazio che in Lombardia, abbiamo pagato l’attuale situazione nazionale che sta vivendo il nostro partito. Una gestione del tutto fallimentare da parte dell’ancora attuale segretario e della segreteria. Dopo la più profonda sconfitta elettorale delle politiche di settembre, vi era la necessità di aprire immediatamente la fase congressuale, per fornire un nuovo gruppo dirigente in grado di affrontare al meglio le elezioni regionali. Il modus operandi fin qui adottato, non ha consentito alle due più grandi regioni d’Italia di affrontare serenamente la fase costituente che è stata indetta, modificando per ben tre volte la data delle primarie e dimostrando di non avere contezza su come debbano svolgersi questi processi. Non possiamo, dunque, di certo dire che sia stata una fase costituente vera, ma auspico che il prossimo segretario o la prossima segretaria possano colmare le mancanze che il partito ad oggi soffre. Anche per tutto ciò ritengo che queste primarie rappresentino una possibile svolta per il nostro partito. Sono di fatto lo strumento che a parer mio più ci contraddistingue dagli altri. Un partito popolare è un collettivo di protagonisti; siamo gli unici che scelgono il proprio gruppo dirigente partendo dalla volontà degli iscritti e delle iscritte, allargando anche a quelle realtà che sono vicine al nostro campo, consentendo loro di fornirci il proprio contributo.
Stefano Bonaccini e Elly Schlein sono i nomi che si contendono la vittoria nelle primarie aperte di domenica 26 febbraio. Una impressione su entrambi i nomi.
Questa domenica abbiamo l’opportunità di votare due figure indubbiamente molto competenti, che hanno un’esperienza amministrativa importante. Ritengo che entrambi abbiano la capacità di saper tener unito il Partito, riuscendo ad attrarre chi oggi non si sente vicino alla nostra comunità. Dal punto di vista delle tematiche che hanno esposto nelle loro mozioni non noto grandissime differenze, ma ritrovo molti punti in comune.
Lei sostiene la Schlein, perché? Cosa si aspetta da lei?
Il sostegno ad Elly Shlein rappresenta la volontà di porre fine alle ambiguità. Ciò che mi sta più a cuore è la partecipazione e proprio dalla partecipazione bisognerebbe ripartire per rendere nuovamente la politica credibile. Il rischio è altrimenti quello di acuire il già consolidato scollamento tra istituzioni e cittadini, tra eletti ed elettori, che diverrà a quel punto sempre più netto, rappresentando una seria minaccia per la tenuta sociale del nostro Paese.
Per recuperare la sopracitata credibilità c’è bisogno di chiarezza e coerenza ed Elly Shlein può rappresentarle appieno. Il modo in cui tratta tematiche centrali da lei più volte affrontate, ne è la prova. Pone con concretezza soluzioni chiare, senza troppi giri di parole. La legge sul clima per abbattere le emissioni garantendo una conversione ecologica più giusta; il contrasto alla siccità gestendo in modo sostenibile le risorse idriche arrivando ad avere un approccio circolare; nuove tutele per il lavoro digitale; l’introduzione del salario minimo; contrasto alla precarietà ponendo dei limiti ai contratti a termine; l’abolizione degli stage extra curriculari; l’introduzione di un reddito di formazione; più investimenti nella sanità pubblica, contrastando la volontà della destra nel lasciare meno servizi ai cittadini e alle cittadine attraverso tagli e privatizzazioni; abolire alla prima occasione utile la Bossi-Fini; forte opposizione rispetto l’intero disegno sull’autonomia differenziata. Sostengo Elly Shlein per le soluzioni che propone verso temi cruciali come questi. Inoltre ritengo che questa candidatura richiami i veri valori della sinistra. Quegli stessi valori che in alcune circostanze abbiamo smarrito, gli stessi che hanno ispirato la fondazione del Partito Democratico.
Diritti civili, ambiente, femminismo. Crede che i giovani del Pd, di cui lei è segretario provinciale, siano più naturalmente attratti dalla Schlein?
I giovani hanno bisogno di una politica che sia al passo con i tempi, che parli un linguaggio semplice ma esaustivo, che sappia riconoscere e considerare le loro vere esigenze. All’interno dei Giovani Democratici ho constatato una grandissima mobilitazione, che è partita dal primo istante in cui Elly Shlein ha deciso di scendere in campo. Ho avuto la possibilità di confrontarmi con molti di loro ed ho subito riconosciuto una netta prevalenza di persone entusiaste, accomunate da un autentico coinvolgimento. Elly ha saputo confrontarsi con ciascuno di noi, ascoltandoci e permettendoci di poter costruire insieme questa mozione congressuale.
Un tema cruciale per un cambio di passo è quello dell’organizzazione interna, la famosa fine del correntismo che tutti evocano ma nessuno mette in pratica. In questo cosa può comportare l’elezione della Schlein?
Su questo ritengo che la responsabilità non sia del singolo ma del partito tutto, anche dei semplici iscritti. Porre fine a determinate logiche presuppone una presa di posizione di chi non condivide questo tipo di gestione. Per farlo c’è bisogno di esporsi con coraggio, quello che è mancato a ciascuno di noi, nessuno escluso. Per questo credo che sia Bonaccini che la Schlein non possano arginare da soli dinamiche estremamente radicate e difficili da combattere, se non attraverso la volontà di una base solida. Una promessa che ho apprezzato seriamente da parte di Elly è che qualsiasi sarà il risultato di domenica si continuerà verso una direzione ed un progetto unitario. Basta scissioni, c’è bisogno di unità e sintesi. Ribadisco l’invito anche ai miei colleghi di partito: smettiamo di essere tifosi e ritorniamo ad essere militanti, qualsiasi sarà il verdetto di queste primarie. Dovremmo ora concentrarci su questi ultimi giorni; tentare di suscitare entusiasmo verso le persone e coinvolgerle in questo percorso. Mi impegnerò con tutte le mie forze nel cercare di trasmettere questo messaggio e far sì che domenica anche nella nostra Guidonia Montecelio si possa respirare un’aria di rinnovamento e speranza.
Qualche informazione utile per chi legge, dove si vota a Guidonia e chi ha diritto.
Allestiremo ben sei punti dove sarà possibile eleggere il nuovo Segretario o la nuova Segretaria del Partito Democratico. Si potrà votare dalle 08 alle 20 a Guidonia presso la Sala della Cultura, a Villalba in Piazza Martiri delle Foibe, a Setteville presso la sede UPTER di Via Carlo Todini, a Collefiorito nei pressi del Bar centrale 97, a Villanova in Piazza San Giuseppe Artigiano e in Piazza Aldo Moro all’Albuccione. Basterà presentare la propria scheda elettorale e un valido documento d’identità, oltre agli iscritti e alle iscritte potranno votare, con un contributo di due euro, anche i non iscritti.
Approfitto per una domanda più personale. Lei si è candidato al consiglio comunale per la prima volta e non è stato eletto nonostante il buon risultato. Come sta continuando il suo impegno e con quali prospettive?
Il mio impegno continua con ancor più determinazione ed entusiasmo. Mi ricollego a quanto affermavo nella risposta alla domanda precedente: è fondamentale avere coraggio per poter rompere alcuni schemi, per apportare un cambiamento positivo ad un sistema ormai logoro. La mia candidatura ha rappresentato soprattutto quelle persone che negli anni hanno manifestato un malcontento nei confronti di alcune decisioni e logiche correntizie. È stata una candidatura sposata non solo dai giovani ma soprattutto da chi nel Partito e nel centrosinistra ha orbitato per anni ed è ormai fortemente disilluso. Devo dire che questo è stato l’orgoglio più grande, sono loro che mi hanno dato e mi trasmettono tuttora l’energia stimolante che mi mantiene saldo a quel progetto che ho in mente nitidamente. Un percorso frutto di idee e progetti condivisi e metabolizzati coralmente, che abbiamo sviluppato e proposto fin da subito; un percorso che prevede degli obiettivi che si realizzeranno nel lungo termine. Un duro lavoro che posso dire con estrema soddisfazione è stato riconosciuto, accolto e condiviso, in modo forte e convinto. Proprio per questo il nostro progetto va avanti, il nostro impegno continuerà a non mancare, a dimostrazione del fatto che l’attività politica non la si fa solamente se eletti, ma la si persegue a prescindere da tutto. O quantomeno, questo è il tipo di politica in cui noi crediamo e che sempre porteremo avanti.