Dopo il M5S anche Demos si dissocia dai due consiglieri di Rinascita di Fonte Nuova, il sostegno alla candidatura di Micol Grasselli (FdI) in Consiglio regionale da parte di Di Pietro e Buccilli ha causato un piccolo terremoto nel fronte progressista che siede in Consiglio a Fonte Nuova all’opposizione della giunta Presutti.
“Siamo rimasti sorpresi da questo cambio di casacca improvviso e non condiviso con Demos. Avevamo fatto una campagna elettorale insieme a Rinascita con quattro rappresentanti del nostro partito in lista. Tanto che avevamo condiviso anche il simbolo. È un modo di fare politica che non condividiamo. Anche l’idea che la rappresentanza territoriale sia la scusa per un cambio di posizionamento di questa portata va in contrasto con quello che abbiamo fatto in campagna elettorale. Avevamo parlato di una vicinanza dei Comuni di Mentana, Monterotondo e Fonte Nuova che ci portava a lavorare insieme in coalizione”, dichiara Matteo Garofoli della direzione nazionale di Demos, nonché assessore all’Istruzione a Monterotondo.
“La motivazione di sostenere Micol Grasselli in quanto rappresentante territoriale non regge, dato che ci saremo anche noi di Demos alle prossime regionali – continua Garofoli –. Siamo candidati io e Ilaria Calabrese, due rappresentanti molto vicini a questo territorio. Pertanto, ci dissociamo da questa scelta fatta da Di Pietro e Buccilli e faremo in modo che il nostro simbolo non sarà più associato a Rinascita. Al contrario la collaborazione sul territorio con i 5 stelle è stata proficua, a Fonte Nuova restiamo con loro nel fronte progressista e in questo frangente siamo sulla stessa posizione”.
Questa mattina, nel corso della presentazione delle liste per le elezioni alle regionali di Democrazia Solidale a sostegno di D’Amato, è intervenuto sul tema del “cambio casacche” anche il deputato Paolo Ciani, segretario nazionale di Demos. La politica “sta vivendo un tempo di grande individualismo: guardate la transumanza che è avvenuta nel centrodestra, oggi improvvisamente sono diventati tutti di Fratelli d’Italia”, ha detto Ciani. “Li abbiamo visti per anni indossare cento casacche, oggi sono tutti alla corte di chi ha vinto – ha aggiunto -. Noi non vogliamo fare il partito di Paolo Ciani. Noi vogliamo far crescere un progetto politico, una proposta per la nostra società e città”.