Il terrore corre sul filo delle regionali. Potrebbe essere il titolo di un buon thriller o più semplicemente la sintesi non proprio fantasiosa di quello che accadrà nei prossimi mesi, in attesa di conoscere come si piazzeranno i big della Provincia di Roma. Il tema infatti a Tivoli non è solo chi entrerà a La Pisana ma chi resterà per succedere al sindaco in carica. La fine di questo secondo mandato targato Giuseppe Proietti si avvicina pericolosamente, senza che nessuno abbia ancora avuto il coraggio di dire cosa farà e dove andrà. Nella stagione della politica che cerca sé stessa e i voti, non si è mai vista un’opposizione tanto sbiadita e in cerca di autore come quella attualmente seduta in aula (più virtualmente, vista la clamorosa insistenza da parte del Comune a convocare anche in modalità telematica i consigli). Fatto sta che gli occhi e le orecchie dei competitor, più o meno presunti, sono tutti incollati sull’esito delle urne che porterà alla elezione del nuovo parlamentino a La Pisana per capire cosa accadrà nell’immediato futuro.
Gli entusiasmi più accentuati sono senza dubbio quelli del centrodestra, che si trova tra le mani una bella occasione dopo la fine prematura del Gallotti II. Chiaramente le attenzioni sono tutte per il gruppo di Fratelli d’Italia, che dovrebbe e potrebbe fare tesoro del grande risultato elettorale incassato a settembre e in previsione di quello che accadrà tra qualche mese in Regione. La formula vincente non dovrebbe cambiare: uniti con un nome spendibile, magari già conosciuto e che abbia la pazienza e la capacità di cucire dove è necessario e mediare dove è tassativo.
Riccardo Luciani è sicuramente quello più accreditato, giovane ma di esperienza, potrebbe avere le carte giuste per la scalata al piano nobile di Palazzo San Bernardino. Dall’altra parte della barricata c’è l’annosa questione del Pd: in cerca di un leader vero sul territorio che per capirci prenda l’eredità di Marco Vincenzi, oggi alla guida del consiglio regionale del Lazio, sembra attendere qualcosa che non arriva mai. Tanto da far pensare i più smaliziati all’eventualità di vedere proprio Vincenzi pronto a correre per la fascia che è stata sua per ben due volte. Se l’operazione “un assessorato in Regione” non dovesse andare in porto, come i bookmakers pensano, per l’uomo d’oro della sinistra tiburtina la chiusura di carriera nella sua città potrebbe non essere una cattiva notizia. Terzo, ma non in ordine di importanza, il gruppo che vede insieme M5S, Una Nuova Storia, Polis, Articolo Uno, Sì e Partecipazione Popolare, che con tutta probabilità andranno per conto loro. Sul nome però non ci sono certezze anche se qualcuno punta su un altro giovane transfuga dai partiti tradizionali già da un pezzo, che ultimamente è più presente: Damiano Leonardi. Vogliamo iniziare a scommettere come nelle migliori tradizioni? C’è chi lo sta già facendo e la partita è sempre più interessante.